Rafforzare i rapporti di rete tra istituzioni, servizi sociali e territorio; sostenere percorsi di formazione per gli operatori; presidiare il fronte culturale, aprendo prospettive di sicurezza e di fiducia per i giovani e le giovani coppie ed evitare che i rapporti sfocino nella violenza. Molti gli spunti emersi oggi durante la presentazione del libro “Crimini contro le donne” di Fabio Roia, magistrato da tempo impegnato sul fronte della difesa delle donne. Discriminazioni sessuali, stalking, femminicidio i delicati temi al centro del dibattito organizzato dal Consiglio regionale e moderato dalla Vice Presidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi e che ha visto la partecipazione di Fabio Roia, del Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, dell’assessore al reddito di autonomia e inclusione sociale Francesca Brianza, di Rossella Di Maggio (Assessore Pari Opportunità e Rete Antiviolenza di Varese), di Sandro Mancarella (Primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo), di Alessandra Simone (dirigente della Polizia di Stato) e di Manuela Ulivi (Presidente della Casa di Accoglienza Donne Maltrattate di Milano).
“L’evento di oggi – ha sottolineato la Vice Presidente Valmaggi – ha evidenziato il lungo e difficile percorso fatto nell’accoglienza delle donne vittime di violenza e le tante sfide ancora aperte. E’ un tema su cui non si può mai abbassare la guardia ed è importante non solo parlarne ma soprattutto mettere in pratica le best practice che l’autore del libro, con esperienza e passione, illustra sia in ambito nazionale che internazionale”.
“Occorre spezzare questa spirale di violenza e capire le reali dimensioni del fenomeno, purtroppo ancora troppo sottovalutato”, ha sottolineato il Presidente Cattaneo, che ha riportato alcuni dati: secondo l’ISTAT sono almeno 6 milioni le donne italiane che hanno subito almeno un episodio di violenza nella loro vita; due terzi delle violenze domestiche sono avvenute in presenza di minori; il 55% delle donne violentate avrebbe assistito a episodi di violenza del padre nei confronti della madre; secondo l’OMS, oltre il 35% della popolazione femminile nel mondo soffre di disturbi di salute per le conseguenze di atti di violenza. “Il problema – ha detto Cattaneo – è di tipo culturale e quindi principalmente spetta alle istituzioni agire. Dal 2012 il Consiglio regionale ha varato una legge regionale, segno concreto della volontà di intervenire nel sostegno alla donne vittime di violenza, ma occorre fare di più e creare una cultura diversa sul fronte dell’integrazione, della conciliazione e della presenza delle donne nel mondo del lavoro”.
Anche l’assessore Brianza ha sottolineato la necessità di un cambiamento di prospettiva culturale, soprattutto a partire dai giovani. “Stanno arrivando le prime denunce, segno che il fenomeno sta emergendo. Ma la strada è ancora lunga – ha affermato – e occorre l’impegno di tutti affinchè dopo i primi risultati se ne possano ottenere altri”. L’assessore ha, inoltre, annunciato la presentazione, durante la seduta odierna di Giunta, di due nuove provvedimenti in tema di contrasto alla violenza di genere.
“Permane nella percezione collettiva una sottovalutazione del problema – ha spiegato Fabio Roia -. Occorre invece combattere la tendenza a minimizzazione, a sottovalutare e condannare in maniera forte, univoca e decisa un fenomeno culturale che è una sorta di guerra civile tra i generi, in cui spesso il problema viene scaricato sulla vittima. La violenza ha mille forme di manifestazione e la formazione di tutti gli operatori deve essere continua: dallo stalking, alle molestie sul lavoro occorre combattere il pregiudizio profondo che abita ancora la mente degli uomini. Protezione, prevenzione e punizione sono le strategie da porre in campo”.
I passi avanti nella segnalazione dei casi e le criticità sono stati evidenziati dagli interventi di Sandro Mancarella, Manuela Ulivi e di Alessandra Kustermann, primario della Mangiagalli, la clinica ginecologica del Policlinico di Milano, tra le più famose d'Italia per la sua attività di assistenza per i problemi della violenza alle donne.