Scuole dell’infanzia, moduli senza i termini “padre” e “madre” Il Consiglio approva mozione di biasimo verso Comune di Milano

Romeo (Ln): “Giusto tutelare minoranze ma non cancellare diritti maggioranza dei cittadini”. Per Vicepresidente Valmaggi (Pd) e Macchi (M5S) atto “inutile e strumentale”
Il Consiglio regionale ha approvato con 36 voti a favore, 24 contrari (Partito democratico e Movimento 5 Stelle) e un astenuto, una mozione urgente presentata dal gruppo della Lega Nord (primo firmatario il capogruppo Massimiliano Romeo e sottoscritta da NCD, Partito Pensionati, Lista Maroni, Forza Italia, Fratelli d’Italia) per “deplorare e stigmatizzare” la decisione del Comune di Milano di eliminare i termini
“madre” e “padre” dai moduli scolastici predisposti per iscrivere i propri figli alle scuole dell’infanzia comunali e di sostituirli con la dizione “genitore”, a partire dal prossimo 14 febbraio.
Premettendo che l’art. 29 della Costituzione riconosce i diritti della famiglia esclusivamente
quale “società naturale fondata sul matrimonio” e che “tali provvedimenti normativi
mettono profondamente a rischio l’esistenza ed il concetto stesso della famiglia,
fondamento irrinunciabile della nostra società oltre a contraddire i principi cardine della
legge naturale”, il documento “sottolinea la deriva psicologica a cui si condannano i
bambini, ai quali si sottraggono in tal modo i riferimenti familiari, ovvero i ruoli di base che
caratterizzano le singole fasi della crescita, relegandole ad un mero concetto numerico”.
“Sono convinto – ha detto il capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Romeo – che sia
giusto tutelare le minoranze ma questo non deve significare la cancellazione dei diritti
della maggioranza dei cittadini. In nome della dittatura del “politically correct” si stanno
eliminando importanti riferimenti familiari, a partire dall’identità di genere e snaturando così
il tradizionale istituto della famiglia”.
Molto critici gli interventi della Vicepresidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi (Pd)
e della capogruppo del Movimento 5 Stelle, Paola Macchi, che hanno definito “inutili e
strumentali” i contenuti della mozione così come è stato “stigmatizzato” dal consigliere
Fabio Pizzul (Pd) l’intervento dell’assessore alla Famiglia, Maria Cristina Cantù “per aver
criticato da assessore la scelta di un’amministrazione locale”.
Nella discussione e in fase di dichiarazione di voto hanno preso la parola i consiglieri
Stefano Carugo (Ncd), Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia), Antonio Saggese (Lista
Maroni), Anna Lisa Baroni, Giulio Gallera e Carlo Malvezzi (Forza Italia), Iolanda
Nanni (M5S).
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Giulio Rezzola
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