Lungo la Via Mercatorum, nella Val Parina a ridosso delle orobie bergamasche, esiste un distretto minerario ed estrattivo molto ricco e variegato: dalle miniere di zinco, piombo e calamina, fluorite, blenda e galena, alle cave da cui è estratto il pregiato Marmo Arabescato Orobico.
Nel Comune di Dossena si trova il comprensorio minerario forse tra quelli più antichi della montagna bergamasca, che sembra risalire all’età del bronzo. L’area fu sfruttata anche dagli Etruschi e dai Romani. Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia descrisse l’attività mineraria che si praticava nell’impero romano citando Bergamo come luogo di estrazione della calamina (intesa come minerale di zinco e ossido di zinco) ed è probabile che una delle località a cui Plinio fece riferimento fosse proprio il comprensorio di Dossena-Oltre il Colle.
Plinio, nel suo trattato, descrisse le proprietà medicamentose della cadmia (estratta dalla calamina) e di come poteva essere usata in medicina. Secondo Plinio l’ossido di zinco poteva essere usato per essiccare, cicatrizzare, bloccare le secrezioni, ripulire gli occhi cisposi, togliere le granulazioni. Il minerale di zinco era anche usato per la produzione di utensili in lega di ottone e per la produzione delle monete: la civiltà romana, in età imperiale, richiedeva lo sfruttamento di diverse risorse minerarie per la produzione dei metalli. Si può supporre che in questo territorio i romani inviarono per l’estrazione del minerale i cosiddetti “damnati ad metalla”, gli schiavi condannati ai lavori forzati nelle miniere.
Tra il XV e XVI secolo l’area destò anche l’interesse di Leonardo Da Vinci, che la visitò durante il suo soggiorno milanese dal 1428 al 1513. Leonardo fu l’ideatore delle prime rappresentazioni cartografiche delle valli bergamasche, oggi conservate nella Biblioteca Reale di Windsor e scritte in modo speculare come tutti i suoi manoscritti.
Il comprensorio di Dossena permise pure l’estrazione della galena argentifera, anche se a partire dalla prima metà del Seicento, l’attività estrattiva del materiale argentifero terminò risentendo della concorrenza dei metalli provenienti dal continente americano. L’estrazione dei minerali continuò con alti e bassi fino a quando, all’inizio del Novecento, le miniere attirarono l’interesse dell’industria per l’estrazione della fluorite, un minerale che era usato nell’industria vetraria e in metallurgia.
Il vecchio sito minerario, grazie al Comune di Dossena e all’”Associazione Miniere di Dossena”, oggi è stato in parte recuperato e aperto al pubblico, parte delle gallerie sono state messe in sicurezza e rese nuovamente percorribili. All’interno della miniera sono visibili i resti dell’attività di estrazione e gli oggetti di uso quotidiano dei minatori.
L’Associazione offre ora la possibilità di partecipare a visite guidate ed eventi nella miniera: in particolare sono organizzate visite guidate tutte le domeniche pomeriggio dalle 14 alle 18, con prenotazione e acquisto dei biglietti presso il museo minerario al centro del paese di Dossena.
Un team di guide dell’associazione è a disposizione per accompagnare i visitatori lungo il viaggio alla riscoperta delle vecchie miniere nel cuore della montagna attraverso pozzi, gallerie e camini, con la possibilità di sperimentare anche l’utilizzo dei vecchi strumenti e arnesi di lavoro dei minatori e di poter degustare “Ol Minadur”, il tipico formaggio locale che viene fatto stagionare all’interno della miniera. La visita dura circa un’ora.