Consiglio ribadisce no ai licenziamenti alla K-Flex di Roncello

La Commissione Attività Produttive, presieduta da Pietro Foroni (Lega Nord), si è occupata oggi in audizione ancora una volta della vertenza occupazionale della K-Flex di Roncello (MB), leader mondiale nella produzione di materiali per l’isolamento termico e acustico. Presenti organizzazioni sindacali, lavoratori e Arifl, l’agenzia regionale che si occupa anche delle crisi aziendali e dei tavoli locali e ministeriali. Azienda e Assolombarda, invece, non si sono presentate. Da 22 giorni i dipendenti sono in sciopero contro l’annunciato licenziamento di 187 dipendenti su un totale di 250 occupati. Nell’audizione di stamattina è emerso ancora una volta come la decisione aziendale non sia legata a problemi di mercato e commesse.  L’azienda è sana: i bilanci sono in attivo e anche i profitti registrano un segno positivo. Sindacati e lavoratori temono che l’azienda voglia delocalizzare verso territori più profittevoli, come la Polonia. “L’atteggiamento dell’azienda che rifiuta ogni tavolo di confronto – hanno sottolineato sindacati e lavoratori nel corso dell’audizione di oggi a Palazzo Pirelli – è gravissima. Soprattutto alla luce delle affermazioni fatte dai vertici dell’azienda secondo i quali i 12 milioni di finanziamenti pubblici ricevuti sarebbero stati utilizzati per investimenti all’estero. Mentre potenziano fuori dai confini nazionali con fondi statali a Roncello invece vogliono metterci tutti in mezzo la strada”. “La decisione di azienda e Assolombarda di non partecipare all’incontro di oggi è gravissima –  ha dichiarato il Presidente Foroni, evidenziando come solo la scorsa settimana, sempre in Commissione, K-Flex e associazione di categoria non avessero assolutamente prospettato l’ipotesi di un licenziamento collettivo  – Questa Commissione e la Regione faranno di tutto per far tornare sui propri passi l’azienda e far valere la responsabilità sociale d’impresa garantita dalla nostra Costituzione”.  Forti critiche sono state espresse anche dal capogruppo del PD Enrico Brambilla, da Stefano Buffagni del Movimento 5 Stelle e da Daniela Mainini del Patto Civico. I tre consiglieri hanno definito gravissima, e al limite della denuncia penale, la notizia  data sull’utilizzo dei fondi del Ministero per sviluppare l’attività nei siti all’estero anziché nella sede brianzola. La Commissione ha sollecitato a questo proposito la rendicontazione dell’utilizzo dei fondi pubblici elargiti. Tutti i capigruppo hanno sottoscritto inoltre una mozione urgente promossa dal Consigliere Enrico Brambilla (PD) che è stata approvata poi all'unanimità dal Consiglio regionale  che impegna la Giunta e il Presidente a farsi parte attiva nei confronti dell'azienda  per chiedere il ritiro della procedura di licenziamento collettivo dei 187 lavoratori ed il ventilato trasferimento dell'attività in Polonia.  Il documento chiede inoltre un'opera di moral suasion sulla responsabilità sociale dell'azienda per i riflessi sull'occupazione in Brianza visti anche gli ingenti finanziamenti pubblici ottenuti dal Ministero per lo sviluppo economico (12 milioni di euro a partire dal 2013, di cui 1 milione a fondo perduto, ad un'azienda che dichiara 320 milioni di euro di fatturato con l'obiettivo di superare i 500 milioni nei prossimi anni).