Rinviata in Commissione la mozione sulla progressiva carenza dei medici di base
Milano, 7 febbraio 2017 – Portare al tavolo Stato Regioni la proposta di estendere la sorveglianza medica nei lavori oggi esclusi, studiando per questi ultimi controlli a campione. E’ la richiesta contenuta nella mozione presentata da Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) e approvata questo pomeriggio in Consiglio regionale con 28 voti a favore, 11 astenuti e 1 contrario. Nel suo intervento, De Corato ha evidenziato in particolare la necessità di effettuare controlli a campione sull'uso di droghe e di alcool per il personale sanitario degli ospedali e per gli insegnanti. “Alcuni recenti fatti di cronaca –ha detto- hanno posto il problema della stabilità psichica del personale medico: ricordiamo che l'anestesista dell'Ospedale di Saronno, accusato di omicidio, faceva uso di cocaina. Molti lavoratori sono già oggi soggetti a sorveglianza, come ad esempio i conducenti di veicoli con patente C, il personale addetto alla circolazione dei treni e i lavoratori che maneggiano gas tossici, ma non gli insegnanti e i medici, che operano in campi molto delicati come la salute e l'educazione”.
L’Assessore Giulio Gallera ha precisato come già esistano protocolli promossi da Regione Lombardia che vanno in questa direzione, ma De Corato ha sollecitato una iniziativa legislativa in ambito nazionale che definisca regole precise nel merito. Non accolto un emendamento di Paola Macchi (M5Stelle) che chiedeva di prevedere la sorveglianza medica anche a chi ricopre cariche pubbliche e ha ruoli di responsabilità politica. Il Presidente della Commissione Sanità Fabio Rolfi (Lega Nord) ha espresso piena condivisione sui contenuti della mozione, mentre forte contrarietà è stata espressa da Chiara Cremonesi (SEL). Non ha partecipato al voto il Partito Democratico, con Carlo Borghetti (PD) che ha giudicato “troppo confuso il testo della mozione, poco chiaro nei suoi reali intendimenti e obiettivi, soprattutto se si considera che esistono già normative che prevedono la sorveglianza sanitaria”.
Il Consiglio regionale ha quindi approvato all’unanimità una mozione a sostegno del potenziamento dell’Ospedale bergamasco di San Giovanni Bianco, in Valle Brembana, presentata e illustrata da Lara Magoni (Lista Maroni). Nel testo finale, frutto di un ulteriore approfondimento che ha visto coinvolti in particolare i Consiglieri regionali bergamaschi e l’Assessore al Welfare Giulio Gallera, è stato tolto ogni riferimento alla riapertura del punto nascita, concentrando invece l’attenzione e le richieste sulla necessità di istituire un tavolo di confronto per programmare il potenziamento dei servizi pre e post parto e il ripristino della normale funzionalità del reparto di pediatria, che attualmente resta chiuso negli orari serali e notturni e nei giorni festivi.
La mozione invita quindi il Presidente Maroni e l’Assessore Gallera a riprogrammare i servizi, le specialità cliniche e le prestazioni sanitarie nell’ambito di un progetto strutturato e strategico che prosegua anche con l’avvicendamento delle direzioni generali e in grado di rispondere alle necessità del territorio, e a interloquire e trattare con il Governo nazionale perché vengano stanziati appositi fondi e attuate politiche più incisive che tengano in debita considerazione le specificità dei presidi ospedalieri di montagna. “L’investimento sui presidi di montagna e sui territori montani in generale –ha sottolineato Lara Magoni– rappresenta una condizione indispensabile per fronteggiare il progressivo spopolamento delle aree montane e per favorire invece politiche e interventi di presidio”. In sede di dichiarazione di voto sono intervenuti a sostegno della mozione i Consiglieri Roberto Anelli (Lega Nord), Angelo Capelli (Lombardia Popolare), Mario Barboni e Jacopo Scandella (PD) e Dario Violi (M5Stelle).
Rinviata infine all’attenzione della Commissione Sanità la mozione presentata da Paola Macchi e Dario Violi (M5Stelle) che sollecitava l’attenzione della Regione sul rischio di una possibile futura carenza di medici di famiglia, sollecitando la Giunta regionale ad aumentare il numero di medici abilitati in grado di frequentare corsi di formazione specifica in Medicina Generale, in accordo con i Ministeri competenti. Secondo i dati forniti dall’ENPAM (l’ente nazionale di previdenza dei medici e degli odontoiatri) entro i prossimi 5 anni in Italia andranno in pensione 21.700 medici di famiglia, dei quali 2.776 in Lombardia. Considerando che il numero medio di pazienti per ogni medico di famiglia è pari a circa 1.200, il rischio che molti lombardi possano restare senza medico di base è allo stato attuale concreto. Lo stesso Assessore regionale Giulio Gallera ha condiviso le preoccupazioni espresse nel documento, su cui sono intervenuti anche diversi Consiglieri regionali che hanno sottolineato la complessità e l’importanza del tema: da qui la richiesta di Gallera di rinviare la mozione all’attenzione della Commissione Sanità per una trattazione più approfondita e un confronto più articolato, richiesta accolta dai proponenti.
Aurelio Biassoni
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