“Rispetto a qualche anno fa, la situazione è migliorata nei numeri, ma resta critica: gli agenti della polizia penitenziaria, il tribunale di sorveglianza e la direzione stanno facendo miracoli nella gestione dei detenuti, a loro va il nostro plauso e ringraziamento. Brescia ha assolutamente bisogno di un nuovo carcere e di una nuova struttura, ma per la sua realizzazione in accordo col Ministero speriamo di non dover attendere ancora troppi anni. Auspico che la nuova struttura possa sorgere quanto prima accanto al carcere di Verziano”.
Lo ha dichiarato il Presidente della Commissione Speciale per la Situazione carceraria Fabio Fanetti (Lista Maroni), dopo il sopralluogo effettuato questa mattina dalla Commissione alla Casa circondariale di Canton Mombello a Brescia: erano presenti anche i Consiglieri regionali Gianantonio Girelli e Fabio Pizzul (PD), Michele Busi e Silvia Fossati (Patto Civico), Paola Macchi e Giampietro Maccabiani (M5Stelle), nonché i rappresentanti dell’ASST e dell’ATS territoriali e la Presidente del Tribunale di Sorveglianza Monica Lazzaroni.
Come evidenziato dalla Direttrice della Casa circondariale Francesca Gioieni, una delle maggiori priorità è quella di trovare soluzione alla mancanza assoluta di contabili: risultano inoltre sotto organico figure fondamentali come gli educatori (in servizio se ne contano 3 su una pianta organica di 6) e gli agenti penitenziari (attivi 179 su 240). “Solleciteremo quanto prima il Ministero –ha aggiunto il Presidente Fanetti- perché provveda subito all’assegnazione dei contabili, figure indispensabili per la gestione della cassa e del bilancio interno”.
Sotto esame durante la visita di oggi è stata in particolare la vivibilità di Canton Mombello. In una struttura da 189 posti, si contano attualmente 313 presenze, con un indice di sovraffollamento pari a 160,33 che rientra comunque nel rispetto delle direttive europee: nelle 150 celle, 172 detenuti hanno a disposizione, secondo il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria rappresentato nell’occasione da Fabrizio Rinaldi, tra i tre e i quattro metri quadrati, 130 detenuti ne hanno a disposizione circa quattro. Area colloqui e cortile interno presentano spazi insufficienti, il carcere resta una struttura vecchia, risalente al 1914, peraltro da alcuni anni non interessata da alcun lavoro di manutenzione sostanziale a causa della sua ventilata chiusura. Come evidenziato durante la visita, il lavoro, da sempre uno tra i primi strumenti di riabilitazione, rappresenta un’altra delle note più dolenti: infatti non ci sono progetti per i quali all’interno del carcere, complice anche la crisi economica, siano state attivate collaborazioni con aziende esterne.
Attualmente nel Carcere di Canton Mombello sono rinchiusi detenuti provenienti da 50 nazionalità diverse, molti tossicodipendenti: 118 sono italiani e per il resto in gran parte sono originari di Marocco, Albania e Tunisia; 96 sono stati condannati a pena definitiva, 55 devono scontare una pena inferiore ai 18 mesi.