Oggi in Consiglio: le mozioni approvate Tra i temi la gratuità dei vaccini anti-meningococco B

All’attenzione dell’Aula anche la tragedia del crollo del ponte sulla SS36

Milano, 8 novembre 2016 – E’ stata approvata con 54 voti a favore e 9 astenuti (M5S) la mozione promossa dalla Vice Presidente Sara Valmaggi (PD) sulla gratuità del vaccino anti-meningococco B. Dopo un approfondito confronto in Aula, tenendo conto anche dell’impatto economico della misura, l’Aula ha proposto alla Giunta un impegno a favore delle famiglie dei minori che ne facessero richiesta attiva. Secondo i dati riportati nel documento, la meningite da meningococco B rappresenta circa il 70% dei casi totali di meningite meningococcica epidemica in Italia e si stima che ogni anno tra i 700 e i 1.100 bambini ne vengano  colpiti. La classi d’età più a rischio sono la fascia 0-12 mesi e gli adolescenti tra i 12 e i 18 anni. Già altre Regioni italiane (come la Basilicata, la Puglia, Veneto, Toscana, Sicilia, Liguria e Frilui Venezia-Giulia) hanno inserito questo nuovo vaccino nel proprio calendario vaccinale regionale, garantendone la gratuità con risorse proprie. Si stima che per raggiungere una copertura del 95% dei bambini fino a un anno di vita la Regione Lombardia dovrebbe impegnare circa 21 milioni di euro. L’assessore alla Sanità Giulio Gallera ha evidenziato all’Aula riserve sulla copertura economica alla luce del fatto che per i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) il Governo di Roma abbia previsto di stanziare 800 milioni a fronte degli 1,7 miliardi necessari. “Dobbiamo essere consapevoli – ha ribadito l’assessore Gallera – che, nel caso in cui la copertura dovesse ricadere sulle Regioni, si dovrebbero tagliare altri servizi. Quanto alla campagna di comunicazione presenteremo a breve all’Aula e alla Commissione Sanità il lavoro in corso. Sosteniamo questa mozione ma evidenziamo la preoccupazione per la copertura economica”.

 

Crollo del cavalcavia sulla Statale 36. L’Aula ha preso posizione anche sulla tragedia avvenuta lungo la SS36 approvando all’unanimità una mozione proposta dal Patto Civico e poi integrata con alcuni modifiche proposte dal sottosegretario Alessandro Fermi, dal consigliere Antonello Formenti (Lega Nord), dal consigliere Dario Violi (M5S) che aveva proposto una mozione urgente sul tema, e dal consigliere Mauro Piazza (Lombardia Popolare). Il documento, concordato dalle parti dopo una sospensione dei lavori, invita la Giunta a promuovere un tavolo tecnico con ANAS e le amministrazioni provinciali al fine di verificare, nel rispetto delle specifiche competenze, tutte le azioni di verifica e monitoraggio dello stato delle infrastrutture stradali lombarde, anche al fine di una idonea e corretta valutazione del carico massimo consentito per il passaggio dei veicoli eccezionali. Nel testo si sollecita una azione presso i ministeri competenti perché, a latere del prossimo testo del Codice della strada ad emissione a breve, sia redatto un codice speciale che regolamenti le norme procedurali e le competenze degli interventi di interruzione viaria su tutta la rete nazionale, indipendentemente dalla proprietà della strada, in caso di situazione di pericolo, affidando l’autorità relativa per l’attuazione di un intervento immediato ad un unico comando quale la Protezione civile o in alternativa la Polizia della strada. Si sollecitano infine che siano regolamentati con precisione termini e limiti dei trasporti eccezionali, per sovrappeso su gomma, con vincolo di tracciato e tragitto nonché definizione della tempistica di effettuazione di tale trasporto, come già avviene per i carichi eccezionali per ingombro. In fase di dichiarazione di voto è intervenuto Riccardo De Corato (FdI) che ha ricordato la mancanza di competenza della Regione, ma condiviso la funzione di “stimolo”, “visto che Anas non è mai stata molto propensa al dialogo con altri enti”.

 

Smaltimento fanghi. Favorire gli investimenti e supportare i Comuni per introdurre misure di limitazione allo spandimento dei fanghi negli strumenti di governo di loro competenza. E’ quanto chiede una mozione presentata dalla Lega Nord (prima firmataria Silvia Piani) approvata oggi dal Consiglio regionale. Il documento invita anche la Giunta a” valutare  l’introduzione di nuove misure finalizzate ad incentivare l’ammodernamento e il potenziamento delle linee aziendali di trattamento dei fanghi le quali, soprattutto quelle di piccole dimensioni, scontano carenze progettuali, con evidenti criticità in termini ambientali”. Su questo punto il Movimento 5 Stelle si è detto contrario, mentre il PD ha annunciato l’astensione. Oggi in Lombardia il quantitativo dei fanghi di depurazione prodotto è di circa 800 mila tonnellate all’anno. Il 40% è prodotto da impianti di trattamento di reflui urbani, il 30% da impianti di trattamento di reflui industriali e il restante 30% da aziende agroalimentari. In Aula è intervenuta la consigliere Laura Barzaghi (PD) che ha condiviso l’urgenza del tema e la necessità di investire sugli impianti di depurazione. Barzaghi ha proposto due emendamenti, uno in particolare per valutare l’ampliamento delle risorse per le attività di controllo. Iolanda Nanni (M5S) ha rimarcato l’importanza dei controlli e la necessità di sostenerli con risorse adeguate, oltre al tema dell’import dei fanghi. Alcuni emendamenti proposti dalla Consigliera Nanni non sono stati accolti. L’assessore all’Ambiente, Claudia Terzi, con una lunga e dettagliata relazione ha sottolineato l’importanza del riutilizzo dei fanghi secondo le modalità previste dalla legge, invitando a concentrarsi sulla qualità dei fanghi utilizzati e sui controlli, azioni già attuate dalla Regione. Alla votazione si è proceduto per parti separate. Ok all’unanimità al supporto tecnico ai Comuni, all’integrazione del Programma regionale di gestione dei rifiuti, a maggioranza via libera all’invito a favorire investimenti per l’efficienza delle linee fanghi degli impianti di trattamento delle acque reflue e incentivi per l’ammodernamento degli impianti. Approvata all’unanimità l’integrazione proposta dal PD.

 

Rete Gas. Ristabilire regole certe nella gestione della rete gas, a seguito della direttiva europea per la liberalizzazione del settore, sollecitando il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) a chiarire  che il distributore è tenuto a proseguire nell'ordinaria gestione del servizio fino a nuovo affidamento, eventualmente aprendo anche un tavolo con l'autorità ed ANCI. La richiesta rivolta alla Giunta è stata sollevata da una mozione (prima firmataria, Carolina Toia – Lista Maroni) approvata oggi a larga maggioranza dal Consiglio regionale. Il documento prende atto di situazioni di disagio da parte di alcuni Comuni in “sofferenza finanziaria” perché i canoni previsti non vengono riconosciuti.

 

Giudici di Pace e magistratura onoraria sotto organico. Il Consiglio ha preso posizione sulle criticità nella riforma della magistratura onoraria , di cui fanno parte i Giudici di Pace.
La prima delle due mozioni presentate, illustrata da Anna Lisa Baroni (FI) considera la grave carenza d’organico dei  Giudici  di Pace, anche per  il loro   obbligo di pensionamento al 68esimo anno d’età, introdotto dalla legge delega dell’aprile 2016, senza previsione di sostituzioni. La magistratura onoraria, si legge nel provvedimento, smaltisce il 30% delle cause civili, in tempi relativamente brevi. Per questo motivo si chiede alla Giunta di attivarsi presso il Governo perché prenda atto del problema e ricostituisca la dotazione organica necessaria al buon funzionamento della magistratura onoraria. Analoghe considerazioni sono contenute  nella mozione proposta dalla lista Maroni Presidente (relatore Lino Fossati). Nel testo si ricorda che quasi la metà dei magistrati oggi in servizio sia costituita da magistrati onorari, il cui compenso consiste in un  gettone unico di 98 euro per ogni udienza, senza nessuna retribuzione per la redazione delle sentenze e per il resto della loro attività. Da qui la richiesta alla Giunta di intervenire presso il Governo perché sia mantenuta la presenza stabile in servizio della magistratura onoraria. Anche l’Assessore  all’Economia Massimo Garavaglia si è dichiarato favorevole alle due mozioni, approvate dal Consiglio a larghissima maggioranza (il Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto).

 

Diplomati di Servizi socio sanitari. Approvata la mozione del consigliere Angelo Capelli (Lombardia Popolare) per avviare un progetto pilota sperimentale che consenta ai diplomati delle classi di Servizi socio sanitari, al termine del quinquennio di studi, di accedere direttamente all’esame del corso OSS, senza obbligo di frequenza ad attività formative. Da Claudio Borghetti (PD) la proposta di richiedere, al contempo, un adeguato tirocinio. Silvana Santisi (Lega Nord) ha rimarcato le difficoltà dei diplomati nell’accesso al mondo del lavoro anche per motivi contrattuali, chiedendo di valutare un aggiornamento della circolare 45 sul tema. L’assessore Valentina Aprea , dichiarandosi favorevole alla mozione, ha però ricordato in merito gli accordi in vigore Stato-Regione e rilevato che si tratti di una figura normata a livello nazionale, mentre la formazione è delegata alle regioni. Tra le possibilità valutate per favorire l’accesso al mondo del lavoro, l’assessore ha ricordato la trattativa per anticipare il tirocinio durante il percorso scolastico e l’auspicio che lo Stato possa rivedere il percorso quinquennale portandolo a un triennio a cui eventualmente affiancare una successiva specializzazione.

 

(segue ultimo invio)

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