Ex area Caffaro di Brescia, l’Assessore Terzi in Commissione

Abbiamo chiesto al governo di garantire la copertura finanziaria dei costi di bonifica e di attivarsi affinché i progetti siano inseriti nella nuova programmazione comunitaria 2014-2020 in modo da poter contare su nuovi stanziamenti”.

E’ quanto ha ribadito oggi durante un’audizione in Commissione l’Assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi in merito agli interventi riguardanti l’ex Caffaro di Brescia, la vasta area produttiva di Brescia contaminata da Pcb
L’Assessore, davanti alla Commissione Ambiente presieduta da Luca Marsico (PdL), ha risposto a un’interrogazione presentata dai consiglieri regionali Girelli, Martina, Villani, Tomasi (Pd) e Busi (Patto Civico per Ambrosoli), sottolineando che tutte le convenzioni individuate nell’accordo di programma 2009, che mettono a disposizione per gli interventi di bonifica, monitoraggio e indagini epidemiologiche oltre 5 milioni e mezzo di euro, sono state sottoscritte e dunque sono operative.
Per quanto riguarda i dati sulla situazione ambientale dell’area, l’Assessore Terzi ha fornito le seguenti indicazioni:
– Suoli: sta per partire un piano d’indagine integrativo sia per i terreni che fanno parte del SIN (Sito di interesse nazionale) che per quelli privati con l’obiettivo di aggiornare le conoscenze della contaminazione al 2013.
Rogge, acque superficiali e sedimenti: nel 2013 è stata riscontrata la diffusione di PCB nelle rogge a valle del sito sino al Comune di Capriano al Colle in concentrazioni prossime e/o superiori ai valori considerati di riferimento, data l’assenza di valori fissati da norme per le acque superficiali. Anche in questo caso si sta predisponendo un piano integrativo di indagini.
Acque sotterranee: le misure attivate per bloccare la contaminazione delle acque al di sotto del sedime dell’ex stabilimento limitano solo parzialmente la diffusione dei contaminanti verso valle. L’Arpa ha richiesto all’azienda una revisione del sistema di emungimento. Inoltre la concentrazione di PCB delle acque scaricate dall’impianto di trattamento è aumentata per effetto dell’incremento dell’emungimento che ha interessato i pozzi più contaminati. A tale incremento non ha corrisposto un potenziamento del sistema di trattamento. Al riguardo, sono intervenuti prima la Provincia e poi il Ministero diffidando l’azienda ad efficientare/rafforzare il sistema di trattamento di tutte le acque prelevate, allo scopo di ripristinare i livelli di PCB allo scarico registrati negli anni 2008, 2009 e 2010.L’azienda ha confermato l’impegno, in sede di incontro con gli Enti Locali in data 21 maggio 2013, di raddoppiare il sistema di filtrazione così da ottenere i valori di concentrazione allo scarico prossimi a quelli rilevati negli anni 2008-2010 ovvero dell’ordine di 0,010 microgr/litro, valore considerato ammissibile dal Ministero competente.
– Indagine epidemiologica: il via libera è stato dalla Giunta il 17 maggio scorso. Obiettivo dell’indagine è stimare il livello di esposizione a PCB nella popolazione bresciana i cui dati dovranno essere confrontati con quelli di 10 anni fa in modo che si possa valutare l’efficacia dei provvedimenti che sono stati presi. L’indagine coinvolgerà categoria prima non indagate a sufficienza, come i bambini, gli adolescenti e le puerpere e punterà anche a verificare l’eventuale rapporto esistente tra esposizione al PCB e l’insorgenza di alcuni tumori (linfomi non-Hodgkin, leucemia linfatica, melanoma e tumore alla mammella).
“Su questa vicenda – ha detto Antonio Girelli del Pd, uno dei firmatari dell’interrogazione- per tanti anni tutto è rimasto fermo. Dall’Assessore Terzi abbiamo colto adesso un cambio di impostazione rispetto alla passata amministrazione regionale che sull’aera ex Caffaro è stata abbastanza distratta. Apprezziamo l’impegno a trovare i fondi necessari, sia a livello nazionale che comunitario per le operazioni di bonifica, e il via alle nuove indagini epidemiologiche, quanto mai necessarie. Vigileremo affinché l’impegno della Giunta sia costante e preciso”.
 
Smaltimento rifiuti
Prima dell’interrogazione, l’Assessore Terzi aveva illustrato alla Commissione le linee d’intervento programmatiche del suo assessorato previste in questa legislatura. L'Assessore Claudia Terzi ha avanzato su questo aspetto la richiesta di collaborazione per l'adozione di provvedimenti che limitino la proliferazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti oltre il fabbisogno regionale, in particolare quelli relativi ai rifiuti solidi urbani piuttosto che all'amianto. D’accordo il Presidente della Commissione Luca Marsico: “ La nostra Regione rispetto alla media nazionale è molto avanti, siamo al 50% della raccolta differenziata, con alcune province di eccellenza come Varese e Cremona che toccano il 60%, mentre nel resto del Paese si viaggia su una media del 30%. Dobbiamo però guardare avanti e attivare politiche di incentivazione della raccolta differenziata, in modo che la Lombardia entro breve possa raggiungere lo standard indicato dalla Ue che è il 65%””.