Dopo un lungo e approfondito dibattito sulla fecondazione eterologa con il quale si è aperta la seduta odierna di Consiglio regionale, sono state respinte entrambe le mozioni presentate da PD e Patto Civico (29 voti a favore, 44 contrari) e dal Movimento 5 Stelle (28 voti a favore e 45 contrari). I due documenti contenevano analoghe richieste e sollecitavano la Giunta regionale a rivedere la delibera adottata in materia, equiparando i costi di accesso alla fecondazione eterologa a quelli vigenti per la fecondazione omologa: veniva quindi chiesto di adoperarsi ulteriormente, soprattutto in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, perché le linee guida fossero applicate da tutte le Regioni in modo omogeneo, lamentando infine come le stesse determinazioni adottate in Lombardia non fossero a tutti gli effetti conformi alle disposizioni della Corte Costituzionale.
“Dobbiamo tornare indietro nelle scelte fatte –ha detto la Vice Presidente del Consiglio Sara Valmaggi (PD), illustrando la mozione di cui era prima firmataria-: le linee guida adottate da Regione Lombardia sono troppo restrittive, ci troviamo davanti a una delibera ingiusta, iniqua e crudele, che obbliga chi vuole avvalersi della fecondazione eterologa a sostenere costi vicini ai 5mila euro, negando parità di condizioni nell’accesso tra fecondazione omologa e eterologa”.
Concetti che sono stati ripresi anche da Paola Macchi (M5Stelle), che ha sottolineato anche la necessità di “prevedere il rimborso totale delle spese eventualmente sostenute dalle donatrici per la stimolazione di nuovi ovociti. Ma in Lombardia sul tema eterologa –ha concluso la Macchi- ha vinto il familismo cattolico che da un lato auspica il modello di famiglia con figli e dall'altro si oppone alla procreazione di coppie che non se lo possono permettere economicamente”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo del Patto Civico Lucia Castellano: “La Giunta lombarda si è resa responsabile di una scelta politica iniqua e oscurantista, che va in direzione contraria anche a quanto stabilito e indicato su questo tema dalla Corte Costituzionale”.
“Nessuno di noi vuole prendere posizione etica sull’eterologa –ha aggiunto il capogruppo del PD Enrico Brambilla– ma con la nostra mozione chiediamo semplicemente il rispetto e il riconoscimento dei diritti sanciti dalla Corte Costituzionale”. Una posizione motivata anche da Carlo Borghetti (PD), intervenuto come “cattolico convinto, ma anche come laico rispettoso delle norme vigenti e dei diritti costituzionali”.
Rispondendo alle dichiarazioni dei rappresentanti dei gruppi di minoranza, il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo ha invitato il Partito Democratico a rivolgere le proprie richieste “al Governo nazionale di cui siete parte e che ha precise e specifiche competenze in materia. Perché il Partito Democratico al Governo non vuole pronunciarsi su questo tema così spinoso e lascia la decisione alle Regioni? Troppo comodo” ha rimarcato Romeo, che ha aggiunto: “O vi prendete le vostre responsabilità o, se non ne avete il coraggio, evitate critiche e dibattiti inutili contro chi invece le proprie responsabilità se le assume fino in fondo”. Romeo ha quindi chiesto interventi normativi urgenti a sostegno delle coppie che vogliono adottare bambini, che sono oggi penalizzate da lunghi e problematici iter procedurali.
“Dietro al tema della fecondazione eterologa si nasconde un grosso business –ha accusato Stefano Carugo (NCD) – e la delibera della Giunta regionale rappresenta su una questione così delicata la giusta mediazione e una soluzione ideale al problema. Ora piuttosto ragioniamo insieme su come sostenere e agevolare le adozioni”.
“A differenza del ministro Lorenzin, che non sa come comportarsi e si trova in palese imbarazzo politico, la maggioranza di Regione Lombardia sa bene come muoversi e cosa bisogna fare” ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato, annunciando pieno sostegno alla delibera regionale e voto contrario a entrambe le mozioni.
Libertà di coscienza nel voto da parte del proprio gruppo è stata invece ribadita da Stefano Bruno Galli (Maroni Presidente), che ha sottolineato come “la Corte Costituzionale si è pronunciata in assenza di una decisione del Governo nazionale, nel quale evidentemente prevalgono le ragioni dell’opportunità politica rispetto a quelle della chiarezza su un tema così importante e delicato”.
Evidenziando piena condivisione e apprezzamento per il lavoro svolto dalla Giunta regionale e per la delibera adottata, libertà di coscienza è stata annunciata anche dal capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini: “Su un tema come questo non è corretto prendere posizioni dettate da ragioni politiche o ideologiche, o peggio ancora dare vita a strumentalizzazioni di parte come fatto da alcuni rappresentanti dei gruppi di minoranza: per questo –ha ribadito Pedrazzini- pur in piena sintonia con le decisioni della Giunta regionale, noi lasciamo comunque libertà di coscienza a tutti i componenti del nostro gruppo consiliare”.
Giulio Gallera (Forza Italia) ha invitato anche “a tenere conto delle priorità programmatiche in un momento caratterizzato dalla scarsità di risorse economiche”, mentre Maria Teresa Baldini (Gruppo Misto) ha sottolineato come a suo parere “la questione non è politica nè economica, ma personale, e deve riguardare solamente i diritti del nascituro".
In conclusione l’Assessore regionale alla Salute Mario Mantovani (Forza Italia) ha evidenziato come il pagamento della fecondazione eterologa è necessario perchè si tratta di una pratica non compresa tra i livelli essenziali di assistenza (LEA): “L’eterologa in Lombardia ci costerebbe 15 milioni di euro. Pertanto abbiamo preferito evitare rischi etici e di bilancio –ha detto Mantovani- e in una fase di vacatio legis, su un tema dove scienza e coscienza si confrontano e si interpellano senza certezze assolute, credo fosse preferibile essere più prudenti e meno esposti politicamente. Per questo avrei auspicato il ritiro delle due mozioni”.
- 23 Settembre, 2014
- 12:00 am
- Categorie: Lombardia Quotidiano