Caso Stamina: in Commissione Sanità prosegue indagine conoscitiva

Sul caso Stamina, anche l’audizione di oggi con il presidente del Comitato etico di Brescia Francesco De Ferrari ha chiarito in modo evidente come il percorso seguito da Regione Lombardia e dagli Spedali Civili di Brescia ha rispettato pienamente tutte le prescrizioni di legge e le disposizioni di Aifa e del Ministero, garantendo i diritti del paziente e della scienza. In questa vicenda, se mai vi fossero delle responsabilità, soprattutto davanti a una genesi che appare quanto meno anomala, queste vanno ricercate sicuramente altrove, e va approfondito in particolare il ruolo del Ministero e di Aifa”.
Così il Presidente Fabio Rizzi (Lega Nord) ha commentato la prosecuzione questa mattina in Commissione Sanità dell’indagine conoscitiva sul “Metodo Stamina”, che già aveva visto in precedenza le audizioni dell’Assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani e del Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera bresciana Ezio Belleri.

Dalla documentazione presentata oggi dal Presidente del Comitato etico bresciano, e soprattutto dalle comunicazioni via mail intercorse tra l’Ospedale, il Comitato etico, Aifa e il Ministero, è emerso in modo chiaro come Aifa e il Ministero fossero al corrente e costantemente aggiornati sulle procedure in corso.
Francesco De Ferrari, docente di medicina legale, ha ripercorso le tappe del rapporto tra il Comitato etico da lui presieduto e l’Azienda Ospedaliera Spedali Civilisul metodo Stamina approdato a Brescia il 9 giugno del 2011, quando con una delibera l’Azienda mise le basi per un rapporto di collaborazione con la fondazione di Davide Vannoni.
Un accordo che andava perfezionato – ha spiegato De Ferrarisolo dopo un parere del Comitato etico. Per fare questo venne chiesto al dottor Carlo Tomino dell’Aifa un parere su come procedere con le terapie che dovevano essere inquadrate come cure compassionevoli. Il 27 giugno Tomino rispose che le terapie potevano essere fatte solo se le cellule venivano lavorate in laboratori Gmp (Good manufacturing practices ). Dopo questa risposta il nostro primo parere, il 5 luglio, fu contrario all’inizio della terapie”.
Quando però l’Azienda ospedaliera chiese a Tomino di esprimersi nuovamente sul punto, dietro una serie di garanzie, compresa quella che il laboratorio dove sarebbero avvenute le lavorazioni delle cellule era un laboratorio certificato, il dirigente dell’Aifa in agosto rispose che “non vi erano elementi ostativi alla terapia”. A quel punto il Comitato etico diede il suo parere favorevole alle cure e il 5 settembre sul tavolo degli esperti finirono i casi dei primi due pazienti. Fino al maggio 2012, quando l’Aifa impose lo stop alla terapia, i sì del Comitato etico erano stati 12.  

A Fabio Fanetti (Lista Maroni), in qualità di relatore, spetterà ora il compito di tirare le conclusioni dell’indagine conoscitiva avviata in Commissione: “Raccoglieremo tutta la documentazione non secretata dalla magistratura nella direzione della massima trasparenza, affinchè sia di utile supporto alle azioni e alle valutazioni politiche dei gruppi consiliari”.