In apertura di seduta il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, ha commemorato Umberto Eco, “piemontese di nascita, ma lombardo di adozione”.
“Una figura difficile da circoscrivere – ha detto il Presidente Cattaneo – perché ha coltivato interessi molteplici. Eco è stato un intellettuale che ha speso tutta la sua vita per la diffusione della cultura italiana in tutto il mondo. Un genio che sapeva farsi apprezzare dall’accademia più prestigiosa e raffinata, ma anche dai lettori più popolari, come attesta lo straordinario successo del suo romanzo 'll nome della rosa' tradotto in 47 lingue e venduto in 30 milioni di copie. Il sapere parlare all’intellighenzia più colta e insieme alle persone comuni è forse il tratto più distintivo di Umberto Eco. Quella di Eco è stata una vita dedicata prevalentemente all’insegnamento, alla cultura da cui ebbe una fama attestata dalle oltre 40 lauree honoris causa e dalle numerose onorificenze e riconoscimenti attribuitegli in Italia e nel mondo”.
Il Consiglio odierno è il primo che si tiene in seguito alla scomparsa di Eco. Esprimendo ai famigliari di Eco un cordoglio profondo, il Presidente Cattaneo ha inoltre voluto ricordare una citazione di Eco sul rapporto tra felicità e potere. “La felicità è uno dei concetti più vaghi e l’idea che il potere debba garantire qualcosa di così vago è pura follia. Si sa benissimo come ridurre l’infelicità ma non si sa affatto come produrre felicità”.
L'Assemblea ha quindi osservato un minuto di silenzio.