E’il 19 ottobre 1999 e Giancarlo Morandi, presidente del Consiglio regionale della VI legislatura, dà il benvenuto a Tenzin Gyatso, il XIV Dalai lama del Tibet, in Consiglio regionale.
Le parole di Morandi suonano molto lungimiranti: “Per la prima volta nella sua storia l’uomo partecipa i problemi di ogni parte del mondo come ad avvenimenti che lo riguardano direttamente”. “ Questo tempo così difficile – continua Morandi – ci spinge tutti a cercare pensieri che ci aiutino a superare i problemi e a correggere i nostri cammini”.
Il Dalai lama, nella sua prolusione in Consiglio ricorda che “In quanto esseri umani siamo tutti uguali e ugualmente desiderosi di essere felici e liberi dalla sofferenza, ma è responsabilità di ciascuno di noi fare qualcosa perché tutti possano realizzare questo desiderio. La felicità che tutti desideriamo deriva da un equilibrio interiore individuale, nasce da dentro, da una potenzialità che tutti abbiamo e che non ha a che fare con il pur significativo progresso materiale cui assistiamo”.
Nel discorso di Tenzin Gyatso è molto forte il richiamo alla responsabilità, strettamente connessa alla consapevolezza che il percorso dell’umanità sia un destino unico e condiviso.
Come vuole la tradizione, colui che si chiamava Lhamo Dondrub è stato individuato nel piccolissimo e isolato villaggio di Taktser, nel 1937, seguendo “i segni” (fra cui, in questo caso, una casa dalle tegole color turchese) ricevuti dal Lama allora reggente del Governo del Tibet. Il bambino, nato il 6 luglio 1935 in una famiglia di agricoltori molto poveri, fu riconosciuto come incarnazione del Dalai Lama Thubten Gyatso, il “grande Tredicesimo”.
Dopo la formazione spirituale assunse, appena quindicenne, i pieni poteri governativi il 17 novembre del 1950. Fuggito dal Tibet nel 1959, dopo la violenta annessione da parte della Cina, la massima autorità tibetana, che ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1989, ha trascorso la sua vita in esilio.
Tenzin Gyatso ha sempre dimostrato grande interesse per le democrazie occidentali ed è stato diverse volte nel nostro Paese. E’ “cittadino onorario” di diverse città italiane, fra cui Livorno (dal 1994) e Palermo (dal 1996). Stesso riconoscimento gli fu tributato da Torino nel 2007 da Roma nel 2009.
Il Dalai lama, che e stato di nuovo a Milano nell’ottobre del 2016, continua ad insegnare ed a diffondere la spiritualità di cui è interprete anche dalla sua residenza in India, a Dharamsala, attraverso video conferenze interattive. La più recente di esse si è tenuta lo scorso 26 giugno, sul tema della “Visione di un mondo compassionevole e pacifico”, in cuiegli collega, fra l’altro, la riflessione spirituale con i percorsi di conoscenza della fisica quantistica.
Nella foto la visita del Dalai Lama in Consiglio regionale nel 1999, invitato dall’allora Presidente Giancarlo Morandi