È il 20 maggio 2012 e sono le 4.03 del mattino: una scossa di terremoto di magnitudo 5.9, con epicentro a Finale Emilia, in provincia di Modena, terrorizza gli emiliani residenti nel modenese, nel ferrarese, nel bolognese e nel reggiano, i veneti che abitano la zona di Rovigo e i lombardi che vivono nel mantovano. Un’altra terribile scossa di magnitudo 5.8 colpirà gli stessi territori nove giorni dopo, il 29 maggio. La terra smetterà di tremare solo il 12 giugno, dopo quasi un mese di paura. I numeri sono impressionanti: 186 scosse significative, 28 vittime, 300 feriti, 17mila sfollati, 18mila studenti fuori dalle aule. Il danno economico ammonta a 13 miliardi di euro.
Quando si fa riferimento al terremoto del 2012, la mente corre subito all’Emilia, la regione senz’altro più colpita e che ha pianto molte vittime. Ma non è la sola. Anche la Lombardia e la zona di Mantova hanno subito ingentissimi danni: il terremoto ha colpito ben 41 Comuni (su un totale di 70), 15 dei quali in modo gravissimo, per un totale di 461 chilometri quadrati di territorio colpiti.
Moglia, San Giacomo delle Segnate, Poggio Rusco, Quistello, Gonzaga, Pegognaga e San Giovanni del Dosso sono solo alcuni dei comuni che in quei giorni hanno visto distrutti non solo edifici pubblici e religiosi, ma anche edilizia residenziale e industriale. Ben 14 comuni hanno avuto la necessità di costruire dei campi per gli sfollati. I più grandi si trovavano a Poggio Rusco, Moglia, Pegognaga e San Giacomo delle Segnate e ognuno ha ospitato più di 300 persone.
Anche il patrimonio artistico e monumentale ha subito danni notevoli: secondo la sovrintendenza sono state danneggiate 129 chiese e 83 quelle rese inagibili dal terremoto. Tra questi, il complesso monastico di San Benedetto Po, il Palazzo Ducale di Mantova, compresa la Camera degli Sposi, capolavoro rinascimentale del Mantegna, e Palazzo Te. Un danno economico, oltre che artistico: Palazzo Ducale, che nel 2012 era visitato da 240mila persone l’anno, è rimasto chiuso per ben tre anni, riaprendo solo ad aprile 2015.
Il terremoto non ha risparmiato nemmeno l’economia locale. Tutti ricordiamo le immagini delle migliaia di forme di Parmigiano-Reggiano e Grana Padano cadute dalle scaffalature dei magazzini, causando milioni di euro di danni. Colpite anche stalle, fienili e aziende agricole. Sebbene il comparto industriale sia stato meno colpito di quello agricolo, numerose aziende, in particolare nei comuni di Moglia, Gonzaga, Quistello e Poggio Rusco, sono dovute ricorrere alle tensostrutture, a causa dei danni subiti dai capannoni. Il terremoto non ha risparmiato nemmeno le case dei mantovani: in tutta la provincia di Mantova sono state colpite 3500 abitazioni (di cui 1500 risultate inagibili).
La Regione Lombardia è stata fin da subito vicina ai comuni mantovani colpiti così duramente dal sisma: a otto anni da quei tragici giorni, tanto è già stato fatto e altro ancora deve essere completato al più presto. A questo link https://www.sismamantova.regione.lombardia.it/wps/portal/site/sisma-mantova-2012 è possibile monitorare lo stato dell’arte della ricostruzione post-sisma delle aree lombarde colpite dal terremoto.
- 24 Aprile, 2023
- 4:16 pm
- Categorie: Lombardia Quotidiano