50, un’altra storia/ Il lato rosa della politica: le donne tra i banchi del Consiglio

50, un'altra storia/ Il lato rosa della politica: le donne tra i banchi del Consiglio

A guardare le foto ufficiali non ci sono dubbi: nelle prime sedute della nuova istituzione regionale, giacche e cravatte predominavano, tradendo una netta prevalenza di uomini tra i banchi dei consiglieri. Per lungo tempo la politica è stata, infatti, appannaggio del genere maschile, specchio di un’Italia in cui la separazione tra i generi determinava anche gli accessi alla vita pubblica, al lavoro, all’istruzione e alle cariche elettive. Solo due le donne che, sfidando gli stereotipi e abbattendo gli steccati, vennero elette nella prima legislatura del Consiglio regionale della Lombardia: Laura Conti ed Eleonora Fumagalli, entrambe militanti del Partito Comunista italiano, poi rilette nel 1975, quando si aggiunsero Eula Asinari (PCI) e Maria Paola Colombo Svevo (DC). E anche nelle successive legislature la presenza femminile rimase del tutto minoritaria.

La svolta avvenne nelle elezioni del 1990, in piena epoca di Tangentopoli, proprio quando tra i due principali partiti nazionali – la Democrazia Cristiana e il PCI – fece la sua comparsa la Lega Nord di Umberto Bossi. E forse proprio la necessità di mediare e ricomporre non solo le forze politiche, ma proprio la società alle istituzioni, portò all’elezione di una donna a Presidente della Regione: il suo nome è Fiorella Ghilardotti. Nata a Cremona il 25 giugno del 1946, si era laureata in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano. Nei primi anni ‘70 lavorò come operatrice culturale dell’Enaip di Milano, per poi iniziare un lungo e impegnativo percorso nelle organizzazioni sindacali, prima nella Fim Cisl (metalmeccanici) e poi alla Filta (tessili), fino ad entrare nella segreteria della Cisl di Milano. Nel corso della sua lunga attività sindacale, la Ghilardotti, seguì, tra l’altro, le questioni sociosanitarie e la formazione di lavoratori e lavoratrici, temi cruciali delle politiche regionali.

Il passaggio dal mondo sindacale alla politica avviene per mezzo del Partito Democratico della Sinistra (PDS), formazione che segna il superamento del PCI negli anni successivi al crollo del muro di Berlino e al dissolvimento del blocco sovietico. Dal 1992 al 1994, la Presidente Ghilardotti fu a capo di una giunta rosa-verde, (perché ne fecero parte gli ambientalisti con l’appoggio esterno della DC e del PSI), dimostrando una forte capacità di indirizzo politico-amministrativo, innovando e superando la grave crisi politico istituzionale di quegli anni. Anche grazie al suo esempio e al suo impegno, il tema della presenza delle donne in politica venne alla ribalta, portando all’istituzione in Regione Lombardia dei primi organismi per le pari opportunità̀.
Nel 1994 è eletta deputata al Parlamento europeo, dove resterà fino al 2004. Fil rouge del suo impegno a Bruxelles e a Strasburgo la promozione di proposte di legge a favore delle fasce più deboli, per la tutela della diversità e per le donne. Appena un anno dopo aver lasciato l’attività di europarlamentare, dopo una tenace battaglia, Fiorella Ghilardotti morì, ad appena 59 anni.

In suo ricordo il 10 dicembre 2015 l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale le ha dedicato una sala al quinto piano di Palazzo Pirelli, dove si tengono le riunioni delle Commissioni. “Una sala di lavoro, non un mero riconoscimento formale, e so che lei avrebbe apprezzato – aveva ricordato all’inaugurazione l’allora Vice Presidente, Sara Valmaggi -. Molte delle cose che abbiamo fatto in Regione Lombardia sono frutto, anche e soprattutto, del suo lavoro: se nello Statuto è riconosciuto il principio della differenza di genere lo dobbiamo a lei, se esiste un Consiglio delle Pari opportunità è grazie al suo lavoro. Questa intitolazione è uno sprone a seguire la strada che ha tracciato, trasmettendo serenità e anche forza a chi ha lavorato al suo fianco”.

E proprio nello stesso filone si inseriscono anche i nomi di Fiorenza Bassoli e di Arianna Cavicchioli, recentemente scomparse e che al Consiglio regionale dedicarono il loro impegno sempre nel gruppo del centro sinistra.

L’esperienza della Ghilardotti come prima (e tuttora, unica) donna Presidente della Regione lasciò comunque una traccia. Con le elezioni del 23 aprile 1995 si aprì la stagione di Formigoni e in Consiglio regionale entrarono ben 15 donne di maggioranza ed opposizione, alcune delle quali vennero nominate assessori. Nell’elenco si trovano i nomi di Viviana Beccalossi, che nel 2000 divenne Vice Presidente del Consiglio regionale lombardo, Milena Bertani, Elena Gazzola, Silvia Ferretto Clementi, tutti nomi che si ripeteranno per diversi anni nella politica lombarda e nazionale.

Nell’attuale legislatura sono 21 le donne che siedono nei banchi di Palazzo Pirelli, di cui 15 di maggioranza, due del gruppo Misto (Beccalossi e Patrizia Baffi). Tra loro, la leghista Francesca Brianza attuale Vice Presidente del Consiglio regionale, tre sono Presidenti di Commissione: Alessandra Cappellari (Lega) alla guida della Commissione consiliare Affari istituzionali, Barbara Mazzali (FdI) presiede il Comitato paritetico di controllo e valutazione, Monica Forte (M5S) la Commissione speciale Antimafia.

La strada aperta da Fiorella Ghilardotti continua, quindi, a stimolare un maggior apporto delle donne ai lavori dell’istituzione regionale, facendo crescere il contributo femminile nella costruzione di una società più inclusiva e paritaria.