Il 16 maggio 1970 con l’approvazione della legge 281, “Provvedimenti finanziari per l’attuazione delle Regioni Statuto Ordinario”, si apriva la strada, con una ventina d’anni di ritardo rispetto alla previsione della Costituzione, alla nascita delle Regioni a Statuto ordinario che di lì a poco, il 7-8 giugno successivo, avrebbero visto l’elezione dei primi Consigli regionali”.
Capo del governo all’epoca il vicentino Mariano Rumor che aveva affidato ad un altro veneto, l’avvocato democristiano Eugenio Gatto, il “Ministero per i problemi relativi all’attuazione delle Regioni” istituito ex novo nel marzo 1970. Proprio il ministro Gatto, nel suo volume “Come nacquero le Regioni”, mise in luce i tanti problemi, le difficoltà oggettive e i tanti ostacoli strumentali che dovette affrontare per avviare l’istituto regionale. Accanto alla riorganizzazione dei poteri, si apriva la questione di una diversa distribuzione delle risorse. Questioni sempre controverse, oggetto di successive revisioni – dalle leggi Bassanini alla riforma del Titolo V della Costituzione – e ancora oggi oggetto di dibattito con il progetto di autonomia differenziata promosso in questi anni soprattutto da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Tornando agli “albori” dell’istituzione, con l’elezione dei Consigli Regionali del 1970, le Regioni entrarono nelle storia istituzionale italiana, provvedendo subito alla propria fase costituente con l’approvazione degli Statuti. Gli Statuti vennero promulgati il 22 maggio 1971, ad eccezione di quelli dell’Abruzzo e della Calabria dove i ritardi erano stati provocati dalla scelta del capoluogo di regione, promulgati nel luglio.
Con il Decreto Legge n. 1121 del 28 dicembre 1971, intanto, si stabiliva che i decreti ex art. 17 L. 281 avrebbero avuto effetto, per quanto riguardava “il trasferimento delle funzioni amministrative”, dall’1 aprile 1972, precisando che dalla stessa data sarebbe iniziato l’esercizio da parte delle Regioni delle funzioni trasferite.
I decreti delegati, 11 in tutto, vennero emanati, i primi 6 il 14 gennaio 1972, gli altri 5 il 15 gennaio dello stesso anno. Essi trasferivano alle Regioni le funzioni amministrative nelle seguenti materie: circoscrizioni comunali e polizia locale; acque minerali, cave e torbiere; assistenza scolastica, musei e biblioteche; assistenza sanitaria ed ospedaliera; trasporti; turismo ed industria alberghiera; fiere e mercati; urbanistica, viabilità ed espropriazione; beneficenza pubblica; istruzione artigiana e professionale; agricoltura, caccia e pesca.