Sono veterinari, operatori specializzati e volontari, ma non si prendono cura degli animali domestici. La loro missione è soccorrere gli animali selvatici feriti e ridare loro la libertà.
Sono i medici dei CRAS, i centri di recupero della fauna selvatica, strutture dotate di ambulatori, voliere per uccelli e aree adatte agli ungulati e dove la prima regola è che gli animali in difficoltà vengano curati salvaguardando la loro natura e assicurando il reinserimento nell’ambiente dal quale provengono. Centri che al contempo si dedicano anche alla ricerca scientifica legata alla conservazione delle specie e non visitabili, per evitare di disturbare gli ospiti – volatili, mammiferi e rettili – che una volta guariti, verranno messi in condizione di ritornare alla loro vita “in natura”.
In Lombardia ce ne sono diversi di questi centri: a Ponte in Valtellina (SO), in Val Camonica, nel parco dell’Adamello, a Mantova e a Curtatone, nelle province di Milano, Bergamo, Pavia e Lecco.
A Vanzago (MI) e Cenate Sopra (BG) sono due oasi del WWF a ospitare le strutture.
A soccorrere un animale selvatico possono essere le polizie provinciali, i carabinieri forestali ma anche i cittadini, che devono seguire alcune regole “d’oro”: la prima, fondamentale, è chiedersi se davvero l’esemplare ritrovato sia in difficoltà. E, nel caso ritenga di aiutarlo, avere cura di consegnarlo al più presto al centro di recupero più vicino evitando di coccolarlo, somministrargli cibo e trattarlo come faremmo con un animale domestico.
Da 23 anni l’ospedale WWF di Valpredina a Cenate Sopra opera in questa direzione “conservazionista”. Il suo logo è un tasso con una zampina fasciata. Una dolcissima storia risalente agli anni 90, quando il centro era agli albori, che insegna come gli animali sappiano adattarsi alle situazioni. Perché nonostante l’impegno dei volontari di realizzare nell’oasi una tana per il piccolo tasso rimasto a tre zampe, lui, liberato e incurante, decise di cavarsela da solo tra gli occhi stupefatti di chi credeva che non ce l’avrebbe mai fatta.
Nel 2022 il centro bergamasco ha battuto il record di animali rimessi in salute: 3457 animali ricevuti, il 44% specie protette. Parliamo di uccelli (oltre l’88%), 563 mammiferi (circa il 20%) e 12% rettili (tartarughe), tutti, provenienti dalle province di Brescia (almeno la metà), Bergamo (circa il 40%) e Pavia (il 5%). Si tratta di rondini, rondoni, giovani merli, allodole, cigni, aironi, rapaci, scoiattoli, tassi, volpi, ghiri, ricci, tordi, conigli selvatici e, meno frequentemente, cervi e caprioli. Adulti o cuccioli. Quasi la metà, il 48% guarisce e viene rilasciato. Nel 40% dei casi, le consegne vengono effettuate dalle polizie provinciali, nel 31% dai cittadini e nel 27% da forestali o altri operatori di vigilanza. Per i pipistrelli, di cui esistono oltre 30 specie in Italia e sono protetti per legge, il discorso è diverso ed esiste uno sportello dedicato. In questi casi il consiglio è di ricoverarli in scatole scure, ricoperte all’interno con carta assorbente e con qualche piccolo foro sul coperchio, e di utilizzare guanti protettivi per raccoglierli.
Il CRAS di Cenate Sopra, che accoglie anche animali selvatici provenienti da sequestri, ha l’obiettivo di intervenire nel minor tempo possibile, dopo aver predisposto una cartella clinica che dovrà contenere in particolare i dettagli sull’ambiente e il contesto di ritrovamento. In media la degenza va dalle 2 alle 3 settimane, durante le quali vengono somministrati medicinali, praticate fisioterapie e programmati interventi chirurgici. L’imperativo resta pur sempre quello di curarli per consentirne il ritorno in libertà, riportandoli il più presto possibile nel luogo di provenienza in modo da non aumentare lo stress, ai quali vengono inevitabilmente sottoposti nel restare in cattività troppo tempo.
Mai cadere nella tentazione di coccolarli o affezionarsi. E' il responsabile dell’Ospedale di Valpredina Matteo Mauri a spiegarne le ragioni: "La fauna selvatica ha una sua logica e una sua etica. Gli animali che vivono in libertà e in natura non devono essere addomesticati. Bisogna evitare forzature ed essere sicuri di soccorrere un animale in difficoltà altrimenti creiamo uno stress ingiustificato e un trauma che potrebbe essere ben peggiore della ferita da curare”.
Di tutti gli animali ricoverati nel 2022, circa il 30% arriva da sequestri (operazioni antibracconaggio o detenzione illecita) per il 25% sono orfani, il 17% ha subito un trauma provocato da un’automobile o cavi aerei e il 12% mostra ferite da aggressione di altri animali. Spesso i colpevoli sono cani e gatti. O meglio, i loro proprietari.
“Soprattutto nella stagione primaverile ed estiva – ci spiega Matteo Mauri – tendiamo a lasciare liberi i nostri cani in passeggiata. Non è l’atteggiamento giusto. Spesso capita che animali selvatici riportino ferite causate dal gioco istintivo dei nostri quattro zampe. Sarebbe una buona regola quella di tenere i nostri cani al guinzaglio, rispettando habitat vissuti da altri animali e, quando siamo nei boschi, considerarci ospiti e non padroni”.
“Soprattutto nella stagione primaverile ed estiva – ci spiega Matteo Mauri – tendiamo a lasciare liberi i nostri cani in passeggiata. Non è l’atteggiamento giusto. Spesso capita che animali selvatici riportino ferite causate dal gioco istintivo dei nostri quattro zampe. Sarebbe una buona regola quella di tenere i nostri cani al guinzaglio, rispettando habitat vissuti da altri animali e, quando siamo nei boschi, considerarci ospiti e non padroni”.
Chiudono l’elenco ferite da arma da fuoco e avvelenamenti.
Per saperne di più:
Le 10 regole d’oro per il soccorso della fauna selvatica
https://www.valpredina.eu/cras_wwf/cosa-fare-2/
Sportello pipistrelli
https://naturachevale.it/specie-animali/azioni-per-la-tutela-dei-chirotteri/lo-sportello-pipistrelli/