La montagna come elemento del paesaggio, ma anche come orizzonte interiore, come luogo d’elezione della nostra identità: la mostra “Paolo Punzo – Montagne di Lombardia”, nello “Spazio Eventi” di Palazzo Pirelli dal 6 al 24 febbraio, è l’occasione per una riflessione a più voci sul valore della montagna e del suo ecosistema.
Ideato dall’agenzia di comunicazione Welcome, con il patrocinio del Consiglio regionale della Lombardia e della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, il percorso espositivo propone 45 opere di Paolo Punzo (Bergamo 1906- 1979), il “pittore della montagna”. Autodidatta, cresciuto nel CAI, Punzo dipinge spesso en plein air, scalando le cime con tavolozza e colori per restituire nelle sue tele i profili delle rocce, i riflessi della luce sui nevai lontano da ogni retorica legata alla montagna.
“I quadri di Punzo ritraggono le principali cime lombarde con l’entusiasmo dell’alpinista – spiega Giorgio Cortella dell’agenzia di comunicazione Welcome – affondando le sue radici nel realismo lombardo ma liberandolo da ogni retorica accademica e restituendoci l’immagine vibrante e materica di un paesaggio incantato”.
La mostra approda al Pirellone dopo le tappe dello scorso anno a Lecco, Erba e la preview di luglio presso la sede del Consiglio regionale in occasione della Giornata Regionale per le Montagne.
Non solo arte: la mostra è anche l’occasione di un’intensa riflessione sul climate change. Sono infatti esposte, in dialogo con le opere del pittore, una serie di immagini fotografiche realizzate da Alberto Locatelli che ritraggono le cime dipinte, testimoniando l’inesorabile arretramento dei ghiacciai e delle linee delle nevicate.
La mostra potrà essere visitata fino a venerdì 24 febbraio nei seguenti orari: dal lunedì a giovedì dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.15; venerdì dalle 9.30 alle 13.30.
Ingresso libero.
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Paolo Punzo
(Bergamo 1906 – 1979)
Paolo Punzo nasce a Bergamo il 1° marzo 1906, quarto dei sette figli di Antonino – un ufficiale di Nola (Napoli) trasferito nel 1901 al distretto militare della città lombarda – e di Angiolina Rizzo. Autodidatta, si dedica presto alla pittura sfidando la volontà del padre che lo avrebbe voluto commerciante di vini e liquori.
Nel 1929, dopo il matrimonio con Alda Lardini, si trasferisce a Mediglia vicino a Milano, dove nel 1932 nasce il suo unico figlio, Donatello. Nel 1939 muore la moglie Alda e, l’anno dopo, Punzo sposa a Bologna Nives Baschiera, una ragazza di Fiume, con cui nell’ottobre del 1940 va ad abitare a Bergamo, accanto alla casa del padre.
A partire dal 1928 Punzo comincia a scalare le montagne della Valmalenco e della Valfurva, in Valtellina. Da queste esperienze nascono, all’inizio degli anni Trenta, le prime grandiose rappresentazioni del Disgrazia, del Bernina, del Tresero, del Gran Zebrù e delle altre celebri cime delle Retiche e del Parco dello Stelvio. Opere che conquistano immediatamente il favore del pubblico e attirano l’attenzione del CAI, il Club Alpino Italiano, su invito del quale Punzo tiene nel 1935 una vasta personale a Sondrio, nella sala del Consiglio comunale, e a Milano nella sede stessa del Club, dove continuerà a esporre ancora negli anni Sessanta.
Sull’onda di questo generale apprezzamento, si fa frenetica, nella seconda metà degli anni Trenta e per tutto il corso degli anni Cinquanta e Sessanta, l’attività espositiva di Punzo (a Sondrio, a Bergamo, a Milano, a Pavia, a Varese, a St. Moritz e a Cortina), che ne consacra, in ambito lombardo, l’immagine di “pittore della montagna”.
A partire dagli anni Cinquanta, Punzo tuttavia non dipinge più solo montagne, laghi e paesaggi alpini d’alta quota, ma anche i paesaggi marini di Portofino e della costa ligure, dove trascorre alcuni mesi dell’anno, e ambienti urbani di cittadine alpine come Sondrio, Morbegno, Bergamo o Merano, dove è spesso ospite del fratello Paolo.
In questi nuovi soggetti Punzo sperimenta uno stile più aperto alle novità espressive dell’arte moderna, lo stesso che contraddistingue le sue nature morte e il nutrito gruppo dei suoi soggetti floreali degli anni Sessanta.
È una svolta stilistica e tematica che matura parallelamente ai suoi frequenti viaggi di quegli anni in Turchia, in Africa e nell’America Latina, che lo portano a confrontarsi con nuove culture e che influenzano le ultime fasi della sua attività artistica.
Punzo muore a Bergamo il 31 marzo 1979.