Con le bandiere a mezz’asta davanti Palazzo Pirelli e la premiazione dei vincitori del concorso dal titolo 'Il sacrificio degli Italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli”, bandito per gli studenti medi e medi superiori delle scuole lombarde, il Consiglio regionale celebra la Giornata del Ricordo per le vittime delle foibe, dell’esodo giuliano dalmata e dei conflitti sul confine orientale istituita nel 2004 con legge dello Stato.
La premiazione delle scuole e degli studenti vincitori della XV° edizione del Concorso scolastico in memoria dell’Esodo giuliano-dalmata-istriano si terrà all'Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli giovedì 16 febbraio alle ore 10.
Più di settant’anni sono passati dai tragici fatti di Istria e Dalmazia a seguito dei quali 350.000 cittadini italiani tra il 1945 e il 1948 dovettero fuggire lasciando beni, proprietà, attività avviate in quelle terre italianissime in quanto appartenute per secoli alla Serenissima. Chi partiva era ben consapevole che i suoi beni sarebbero stati confiscati dal nuovo stato jugoslavo che ufficialmente li invitata a rimanere accusando gli esuli di “tradimento”. Si trattò in effetti del primo esempio a noi vicino di pulizia etnica, un fenomeno che si sarebbe riprodotto molte volte nei martoriati Balcani in anni più vicini a noi. Oggi le repubbliche di Croazia e di Slovenia, entrambe membri dell’Unione Europea, garantiscono il bilinguismo in Istria, a Fiume e a Zara ma la popolazione di lingua e cultura italiana è ridotta ormai ad un’esigua minoranza.
Terribile quanto avvenne nelle settimane immediatamente successive all’armistizio dell’8 settembre 1943 e poi in modo sistematico nei primi mesi dopo la fine del conflitto. A decine di migliaia (si stima 30.000 ma la cifra è controversa) gli italiani furono prelevati, torturati e poi gettati nelle foibe talvolta ancora vivi con l’accusa di essere fascisti e collaborazionisti dei tedeschi. Un marchio d’infamia che accompagnò per decenni anche coloro che, scampati ai primi rastrellamenti dei partigiani di Tito nel 1945, decisero di fuggire in Italia spesso accolti con diffidenza e malcelata ostilità. Furono organizzati campi di raccolta e smistamento (il più famoso quello di Fossoli in provincia di Modena ottenuto riadattando il campo di transito approntato dai tedeschi tra il ‘43 e il ’45) dove molte famiglie soggiornarono per anni in attesa di una ricollocazione definitiva. Un destino amaro quello di questi nostri connazionali che ha trovato un primo parziale riconoscimento solo nel 2004 con l’istituzione della Giornata del Ricordo.
Una valutazione equilibrata e pienamente condivisa dei fatti accaduti in Istria e Dalmazia a cavallo della fine del secondo conflitto mondiale è purtroppo ancora lontana. Certo sul giudizio storico hanno influito per decenni le diverse collocazioni di Italia e Jugoslavia nello scacchiere strategico mondiale. La “cortina di ferro”, come la definì Churchill nel famoso discorso di Fulton (Missouri) nel maggio 1946, passava proprio da Trieste e questo ha certamente avuto un ruolo nella vicenda. Ad esacerbare gli animi furono anche le violenze perpetrate negli anni di occupazione di Slovenia e Croazia dalle truppe italiane al comando del generale Mario Roatta, poi condannato nel 1946 per crimini di guerra. Le prime stragi di cittadini italiani ad opera dei partigiani titini si registrarono dopo l’8 settembre con la dissoluzione delle forze armate italiane, Risale a quei giorni il rapimento e l’uccisione a Visinada nei pressi di Parenzo di Norma Cossetto, divenuta in tempi recenti un simbolo di quella tragedia. L’acme delle violenze fu raggiunto però alla fine della guerra, in particolare nei 40 terribili giorni di occupazione jugoslava della città di Trieste prima dell’arrivo delle truppe inglesi. Per una composizione definitiva della disputa sui confini orientali occorrerà attendere il Trattato di Osimo del 1977.
Il Consiglio regionale della Lombardia ha dato seguito alla legislazione nazionale con la Legge Regionale 2/2008 che prevede la realizzazione ogni anno di alcuni eventi per solennizzare la circostanza. In particolare la legge istituisce un concorso aperto a tutti gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado della regione per la realizzazione di elaborati attinenti alla tragedia delle foibe. Quest’anno il tema su cui i ragazzi si sono misurati è: “Guerra ed esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia: cause e conseguenze dei conflitti sul Confine Orientale”. Tra i molti lavori pervenuti, una giuria di cui fanno parte l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, esperti dell’Ufficio Scolastico Regionale e due consiglieri regionali ha selezionato i quaranta migliori elaborati. I giovani autori saranno premiati nel corso di una cerimonia a Palazzo Pirelli e parteciperanno ad una gita d’istruzione di tre giorni alle foibe di Basovizza e di Monrupino, al Sacrario di Redipuglia e ad altri luoghi simbolo della tragedia che i nostri connazionali hanno vissuto in quel periodo.