L’Arcivescovo Delpini celebra la Santa Messa natalizia in Consiglio regionale

Domani martedì 20 dicembre alle ore 13 in Sala Pirelli l’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini celebrerà la Santa Messa di Natale per i dipendenti, i collaboratori e i Consiglieri regionali. Un appuntamento importante che fa seguito al richiamo alla nobiltà della politica e del servizio alle istituzioni che l’Arcivescovo ha svolto nel suo recente Discorso alla città tenuto nella Basilica di Sant’Ambrogio il 6 dicembre scorso alla vigilia della festa patronale.

In quell’intervento Delpini ha tenuto a ringraziare chi è impegnato nelle istituzioni e nei ruoli di maggiore responsabilità esprimendo “ la gratitudine per il servizio reso alla città e a tutti i Comuni della Diocesi dai sindaci e da tutti coloro che collaborano per l’Amministrazione comunale, dagli operatori della sanità e dell’educazione, dalle Forze dell’ordine, dai magistrati, dalle autorità provinciali e regionali. Mi sembra che coloro che hanno responsabilità per il bene comune coltivino quel realismo della speranza che incoraggia ogni giorno a fare il proprio dovere, a pensare, a dialogare, a decidere, a interrogarsi sulle vie da percorrere. Chi ha responsabilità, infatti, deve guardare lontano. La popolarità o l’interesse, il prestigio o il vantaggio personale sono guadagni troppo meschini e troppo improbabili per motivare un impegno quotidiano spesso logorante e poco confortato da risultati”.

In controtendenza rispetto a un’immagine non sempre entusiasmante, l’Arcivescovo fa “l’elogio della politica, di questa politica. Si deve affermare – prosegue Delpini – che la cura per il bene comune, oltre il proprio interesse o l’interesse del proprio partito, l’impegno che trova motivazione nell’inquietudine e nel realismo della speranza si chiamano “politica”. Delpini mette in guardia da una visione populista della politica: “È più facile e consueto deprecare i comportamenti dei politici, irridere all’impotenza dei politici e all’inefficacia delle leggi, denunciare fallimenti, errori. Una sorta di scetticismo pervade l’animo lombardo nei confronti delle intenzioni e dei risultati dell’azione legislativa e dell’applicazione delle leggi mentre – ha proseguito l’arcivescovo – voglio fare l’elogio della politica che si esprime nella democrazia rappresentativa, nel sistema costituzionale in cui viviamo, esito di un doloroso travaglio, della tragedia della guerra, dell’oppressione della dittatura, della sapienza dei legislatori”.

Va però colmata la distanza tra chi è impegnato in politica e il cittadino: “L’elogio della democrazia rappresentativa – ha richiamato ancora l’Arcivescovo – chiede che ci sia un impegno condiviso per contestare e correggere la sfiducia che è presente in chi non vuole essere coinvolto, in chi si chiude nel proprio punto di vista e non si interessa degli altri, in chi pretende che siano soddisfatti i propri bisogni ma non si cura del bene dell’insieme. Voglio fare l’elogio della democrazia rappresentativa che convoca tutte le componenti della società a costituire un “noi” radunato da un senso di appartenenza e di legittima pluralità per praticare il realismo della speranza, per costruire la giustizia e la pace”. Per questo è fondamentale che tutti si sentano protagonisti e responsabili rilanciando un termine forse antico, ma ancora così carico di prospettiva: la partecipazione: «Voglio fare l’elogio della partecipazione – sono ancora parole di Mons.Delpini – che non si accontenta di esprimere il voto per il proprio partito e il proprio candidato, ma che discute, ascolta, offre le proprie idee, pretende supporto per le forme di aggregazione e di presenza costruttiva nel sociale per prendersi cura degli altri, soprattutto di quelli che non contano, non parlano, non votano. Voglio fare l’elogio di un sistema che dà agli eletti il mandato di prendersi cura del bene comune chiedendo loro di rendere conto, di promuovere la sussidiarietà – evitando l’anacronistico schema pubblico-privato – e di svolgere un’opera di mediazione tra i diversi interessi. Voglio fare l’elogio della politica che, volendo rappresentare tutti, si prende cura di chi è più fragile e bisognoso e – disponendo di risorse limitate – considera in primo luogo i servizi più necessari e coloro che non hanno risorse: i disabili gravi, gli anziani soli, le famiglie in povertà”.

Voglio fare – ha concluso Delpini –  l’elogio degli uomini delle istituzioni, onesti, dedicati, responsabili, espressione di una democrazia seria, faticosa e promettente, decisi a far funzionare il servizio che i cittadini vi hanno affidato. Voglio fare l’elogio di voi, che sapete che cos’è il bene comune e lo servite. Faccio il vostro elogio, perché io vi stimo”. Parole di grande incoraggiamento e responsabilizzazione che risuoneranno nuovamente domani nella sede del Consiglio regionale, luogo della rappresentanza democratica di tutti i lombardi.