Salario minimo: 70 giovani italiani consegnano una proposta di legge a Bruxelles

Dalla Lombardia a Bruxelles per il salario minimo: oltre 70 giovani di InOltre provenienti da tutta Italia hanno consegnato una proposta di legge agli eurodeputati partendo da una riflessione sugli articoli 36 e 39 della Costituzione italiana, rispettivamente incentrati sulla retribuzione minima e dignitosa e sul tema della rappresentanza sindacale. 
Nel periodo intercorrente tra il 1990 ed il 2020, stando ai dati pubblicati dall’OCSE, la variazione degli stipendi italiani è stata del -2,90%. Non solo non è cresciuta, ma è addirittura diminuita. Nel resto dell’Europa, invece, la situazione è andata migliorando e crescendo. Alcuni esempi degni di menzione sono: Lituania con un +276,30%; Lettonia con un +200,50%; Ungheria con un +72.70%; Slovenia con un +69.30%; Svezia con un +63%; Danimarca con un +38.70%; Germania con un +33.70%; Francia con un +31.10%; Grecia con un +30.50% 

"Si, insomma, l’Italia è l’ultima classificata e l’unico paese europeo in cui in cui i salari sono diminuiti rispetto al 1990 -spiega Sara Neri, una delle giovani protagoniste di questa iniziativa-La nostra proposta di legge si sviluppa intorno all’idea di una preminenza del salario minimo contrattuale, in carenza del quale subentra il salario minimo legale, entrambi comunque non inferiori a 10 euro lordi l’ora. Non possiamo più aspettare -aggiunge Sara Neri- ed è una battaglia da fare tutti insieme sia per la mia generazione che per quella dei nostri futuri figli. Un giorno, vorrei poter vedere i miei figli crescere in una società che li faccia sentire valorizzati e che li spinga a dare il loro contributo per rendere il mondo un posto migliore pensando anche agli altri. É ora necessario -conclude la Neri- cominciare a porre il primo mattone perché anche i più alti e bei grattacieli al mondo sono nati così, con un singolo mattone. Un mattone, però, che deve necessariamente far parte di quella concretezza intrinseca alla politica e non, invece, di quella parte di essa che fa riferimento alla mera ed inutile retorica".