“Canten tucc lontan de Napoli se moeur ma po' i vegnen chi a Milan”. Lo recitava in dialetto milanese il testo simbolo della città “O mia bela Madunina”: “ma poi vengono qui a Milano”. E per primo arrivò nel 1932 il regista romano Mario Camerini che girò “Gli uomini che mascalzoni” pellicola con protagonista Vittorio De Sica e che mostrava scorci e luoghi meneghini, come il riconoscibilissimo corso Vercelli, oggi prestigiosa via dello shopping. 19 anni dopo, nel 1951, fu lo stesso Vittorio De Sica a ritornarvi per dirigere “Miracolo a Milano” ambientato per lo più nella zona attorno alla stazione di Lambrate e che si chiude in piazza Duomo.
Dopo 71 anni e a due dallo schiaffone preso col lockdown, oggi il capoluogo lombardo si prende la rivincita e diventa tra le location preferite di film e serie tv.
Le richieste arrivate al Comune, a cui bisogna rivolgersi per le autorizzazioni, sono in netta ascesa. Nel 2021 sono state 773 e nel solo mese di gennaio di quest’anno 46, un dato sopra la media.
Milano si rialza e rincorre Cinecittà, portando in eredità la sua “resilienza”, puntando alla “ripresa”, sfidando Roma e buttando alle spalle la sofferenza innescata dal periodo buio provocato dal Covid. “Una città sexy, aperta, multirazziale”, chiosano i registi che hanno scelto il centro e la periferia meneghina per le loro produzioni.
Prediletta resta l’area attorno al Duomo, il Castello e il Parco Sempione ma cominciano a farsi notare i grattacieli moderni di City Life e Porta Nuova. Una città con la fortuna di avere luoghi adatti a ogni storia.
Si è prestata a ospitare le avvocatesse della serie “Studio Battaglia”, le commesse del primo magazzino d’Italia in “Il paradiso delle signore”, le giornaliste di “Made in Italy”. In una Milano anni 80 è ambientato il teen drama italiano firmato Prime Video: “Bang Bang Baby”. Il Conservatorio Giuseppe Verdi, dove studiano i 7 protagonisti de “La compagnia del Cigno”, è solo uno dei luoghi che compare nella serie in onda su Rai Play: ritroviamo le case di ringhiera in via Paolo Sarpi, il Politecnico, il Naviglio della Martesana, tanto caro ai giovani studenti, e la Rotonda della Besana. Comincia in un tavolino di un bar di Milano la seconda stagione di “Devils”, facendo sbarcare nel capoluogo il set del financial thriller internazionale in onda su SKY.
La zona famosa per il “Bosco Verticale” è invece stata scelta per alcune scene della fiction “DOC”. Qui abita Luca Argentero, che veste i panni di uno dei protagonisti, Andrea Fanti. Chinatown, il Bar Basso e la Terrazza Martini, i Navigli, con la Darsena e le Colonne di San Lorenzo, Porta Nuova e l’Isola, il Parco Sempione e il Castello Sforzesco sono luoghi cult per i milanesi ma anche della serie Netflix “Fedeltà”. Scorci della Milano dei grattacieli e della periferia sud scorrono in “Monterossi” tratto dai romanzi del milanese Alessandro Robecchi, scrittore e autore tv.
Milano fa da sfondo anche al legal thriller “Vostro Onore”; nel quartiere della Barona è stata girata la serie “Zero”; il centro e il Teatro alla Scala non potevano mancare nel film dedicato a Carla Fracci “Carla”.
Già in passato Milano era stata scelta per ripercorrere casi di cronaca e attualità. Qui sono stati girati “Gli angeli del male”, film che racconta la storia di Vallanzasca e della sua famigerata banda criminale che terrorizzò la Milano borghese degli anni ’70; la docu-fiction dedicata a Giorgio Ambrosoli (Il prezzo del coraggio) così come la serie “1992” sullo scandalo di Mani pulite e Tangentopoli.
A piacere ai registi però non sono solo le location ma è anche lo spirito dei milanesi e la loro disponibilità e pazienza di fronte ai disagi che accompagnano inevitabilmente le riprese: chiusura di strade e divieti di parcheggi lungo le vie. A smentire il luogo comune del “romano aperto” e il “milanese chiuso” ci ha pensato Giuseppe Capotondi, che per la sua “Blocco 181” ha battuto a tappeto quasi tutta la città: “i milanesi sono più pazienti e Milano è forse la città che più rappresenta uno slancio verso il futuro. C’è movimento, fermento, grande vita”.
Forse che Milano per anni non è stata raccontata. Forse che per anni ha avuto appeal solo per il mondo della pubblicità. Forse che la sua costante evoluzione a livello urbano, sociologico e sociale incuriosisce e stimola, sta di fatto che oggi la città diventa protagonista anche in diversi film, come per esempio “Diabolik” tratto dell’omonimo fumetto ideato dalla milanese Luciana Giussani e “House of Gucci” con le scene girate a Villa Necchi Campiglio, in Piazza San Babila e all’Università degli Studi di Milano.