Il Corecom della Lombardia guarda al futuro

Un modello di authority regionale, con funzioni di garanzia e vigilanza per le comunicazioni in ambito regionale e locale, che conserva la sua validità e che potrà essere potenziato con nuove funzioni per far fronte agli sviluppi tecnologici più recenti.

Questa in sintesi la fotografia dei Comitati Regionali per le Comunicazioni (CORECOM), emersa ieri nell’evento al Senato, in occasione del ventennale di fondazione, aperto dal presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, con l’intervento del vice ministro Alessandro Morelli, della Coordinatrice nazionale dei Presidenti Corecom, Marianna Sala, del presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza, Alberto Barachini e del presidente AGCOM, Giacomo Lasorella.

“Molte sono le proposte su cui dobbiamo e possiamo lavorare insieme. Penso, in particolare, alla necessità di una nuova regolazione della par condicio e all’estensione delle funzioni di mediazione del Co.re.com. in ambiti fino ad oggi sconosciuti, ha dichiarato la Coordinatrice nazionale dei Presidente dei CORECOM e Presidente del CORECOM Lombardia, Marianna Sala nel corso del suo intervento a Roma. “Questo convegno si propone non solo di celebrare un anniversario ma anche di stimolare una riflessione sul nostro futuro”.

I CORECOM, Autority istituite nel 2002 dalle Regioni a seguito delle direttive poste in essere dalla Legge Maccanico, confermano – nelle parole di Sala – la propria vocazione di organismi al servizio dei cittadini e del territorio, garantendo lo svolgimento efficace e imparziale delle funzioni attualmente affidate dalla legge, funzioni connesse alla protezione della persona come consumatore da tutelare entro le regole del mercato e, soprattutto, come cittadino portatore di diritti garantiti dalla legislazione e dalla Costituzione.

In chiave prospettica, visto il rapido progresso tecnologico, economico e sociale, Sala ritiene opportuno ampliare le funzioni dei Corecom, operando lungo due direttrici.

La prima, riguarda l’estensione dell’ambito di intervento della risoluzione stragiudiziale delle controversie dall’attuale settore di telefonia al settore on line, con riferimento alla definizione delle controversie tra utenti e piattaforme.

“Le modifiche normative dettate dal nuovo TUSMA prevedono che gli stati membri assicurino che siano disponibili meccanismi di ricorso extragiudiziale per la risoluzione delle controversie fra utenti e fornitori di piattaforme per la condivisione di video, ha spiegato Sala, osservando che “il ruolo dei CORECOM potrebbe costituire dunque un’importante svolta nell’ottica dell’amministrazione delle procedure di risoluzione delle controversie tra piattaforme e utenti. In questo contesto, una scelta possibile potrebbe essere quella di ricorrere ai CORECOM mantenendo la stessa struttura amministrativa ed estendendola al sistema di risoluzione delle controversie tra utenti e piattaforme introdotto dalla revisione della Direttiva SMAV”.

La seconda, riguarda la possibilità di dare effettiva attuazione alla disposizione di cui all’art. 60 del TUSMA che richiama la possibilità, per le Regioni, di individuare i compiti di pubblico servizio che la RAI, società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale è tenuta a adempiere nell’orario e nella rete di programmazione destinati alla diffusione di contenuti in ambito regionale.

“Tale previsione potrebbe essere riscritta considerando la nuova nozione di servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, attribuendo alle Regioni la possibilità di individuare compiti di servizio pubblico di interesse regionale da svilupparsi anche sul piano dei contenuti multimediali e on demand”, ha segnalato Sala, aggiungendo che “la piattaforma RAI Play, sempre più frequentata dai cittadini, potrebbe ampliarsi sino a contenere un vero e proprio mosaico di contenuti multimediali promossi, richiesti o ispirati dalle Regioni allo scopo di valorizzare la dimensione culturale locale del Paese. Viviano in un mondo in costante evoluzione. I CORECOM – ha concluso – possono essere protagonisti in questo scenario di cambiamenti, dimostrando la propria centralità nello sviluppo del sistema democratico del Paese”.