Nelle valli del varesotto il paradiso dello zafferano

Sono lilla i fiori che spuntano in autunno in Valganna e in Valmarchirolo e tra i petali spuntano gli stimmi rossi, che colorano le dita di giallo. Sono i fiori da cui nasce lo zafferano, una spezia pregiata e antica. Ingrediente che regala colore e sapore inconfondibili a uno dei più celebri piatti della tradizione lombarda, il risotto alla milanese, lo zafferano è stato anche oggetto di uno studio in Iran che avrebbe dimostrato la sua ottima azione contro stress e ansia.
Proprio le due valli del varesotto da qualche anno si sono scoperte habitat ideale per la coltivazione del Crocus sativus, il bulbo da cui nasce il bellissimo fiore lilla con tre mini pistilli, gli stigmi, color cremisi, ossia un rosso luminoso simile a quello della ciliegia. Ogni pianta regala quattro fiori che verranno raccolti in ampi cesti e dai quali verranno separati con delicatezza gli stigmi destinati a essere seccati per essere usati in cucina.
Tra le ricette con lo zafferano c’è da perdersi: oltre al classico risotto alla milanese e agli arancini siciliani, che conosciamo tutti, questa spezia può essere utilizzata per condire pasta e minestre o per aromatizzare pane e brioche. E non servirà andare in pasticcerie e gelaterie gourmet per trovare dolci a base di zafferano o il gusto di gelato. 
Il paradiso dei fiori lilla nel varesotto si trova nei campi verso la Grantola, che ricevono sole tutto il giorno e dove durante la stagione estiva non fa troppo caldo.
Lo zafferano è una spezia pregiata e costosa (per ottenerne un chilo sono necessari 120mila fiori) che ha radici antiche, usata, prima ancora che per colorare e insaporire il cibo, per tingere tessuti e affreschi: se ne parla nei papiri dell’Antico Egitto, nella letteratura greca e latina e persino nella Bibbia. Originario dell’Asia minore, furono gli arabi a introdurlo in Europa e arrivò in Italia grazie a un monaco benedettino. A portarlo nel varesotto, a Cunardo, sono stati invece due imprenditori agricoltori, marito e moglie, che hanno cominciato col piantare qualche bulbo sperimentale per usare lo zafferano nelle pietanze di casa per poi, col passare del tempo, destinarlo alla vendita ai ristoranti. Oggi ben 3500 metri quadrati di campo sono coltivati con “l’oro rosso” tanto amato dagli chef come dai “gastronauti” e che ha dato il nome anche al media brand numero uno in Italia, punto di riferimento sul web per chi ama o vuole imparare a cucinare.