Crescono gli avvistamenti e le tracce di animali selvatici sulle nostre montagne. L’ultima volta è stato proprio qualche giorno fa, dove tre lupi sono stati visti e ripresi col cellulare in pieno giorno nelle campagne lodigiane di San Rocco al Porto, nella Zona Mezzana Casati. Sarà il lockdown, sarà che c’è meno caos, meno auto e meno persone in giro, sta di fatto che la natura si sta riappropriando dei suoi spazi.
Se è oramai abitudine in città vedere scoiattoli saltellare da un ramo all’altro tra gli alberi di parchi e aree verdi, allo stesso tempo sulle nostre montagne tornano sempre più spesso a farsi vedere i grandi carnivori.
Nel 2020 orsi e lupi sono stati visti nel bresciano, in Valcamonica, in alto Garda e anche in Valsabbia. Spesso il loro passaggio è testimoniato da tracce e impronte o da danni arrecati a coltivazioni e ad allevamenti di ovini. Ma capita anche, e sempre più frequentemente, che siano visti e ripresi coi cellulari. Come è accaduto non solo ai due amici nelle campagne lodigiane, ma anche a un agricoltore, che ha incrociato il lupo mentre era sul suo trattore, riuscendo poi a immortalarlo col cellulare mentre l’esemplare trotterellava sul campo arato incurante del trattore e dell’agricoltore.
Tra gli orsi avvistati in Lombardia ci sono poi M38 rilevato tra marzo e aprile del 2020 in alta Valcamonica e M54 segnalato nella media bassa Valcamonica tra la primavera e l’estate scorsa e tra ottobre e novembre in Val Caffaro, al confine col Trentino. Altri avvistamenti sarebbero stati fatti poi anche nel mese di maggio a Ponte di Legno, Degna di Breno, le Case Laen di Ceto; a giugno a Stadolina di Vezza e alla malga Fobbe di Braone; in ottobre a Fucine di Darfo e nel mese di novembre a Pertica bassa. Quanto ai lupi, un branco è presente nella zona del Tonale e un altro sarebbe in formazione tra la Valle di Belviso e l’Aprica.
Ma tra gli animali selvatici che si aggirano in Lombardia non ci sono solo lupi e orsi. Una lince solitaria continua ad aggirarsi nel bresciano, facendo la spola con il Trentino. In particolare è stata vista fare capolino sulle pendici del monte Tombea nei comuni di Magasa e Tremosine. E ancora, nella Riserva delle Torbiere di Brescia – che in quest’ultimo inverno è stata usata come casa da 940 uccelli acquatici svernanti, tutti appartenenti a specie diverse – ha nidificato per la prima volta l’anatra canapiglia, cosa rarissima secondo gli esperti del settore.
Ultima curiosità. Era maggio quando nacque a Ponte di Legno l’aquilotto Ago. I ricercatori lo hanno catturato, dotato di uno zainetto GPS e rimesso nel nido. L’operazione serviva a tracciare i suoi spostamenti, approfondire i comportamenti, gli habitat e i pericoli a cui sono sottoposti nei primi anni di vita i piccoli di aquila reale.
Insomma, grazie alle immagini satellitari del progetto di ricerca scientifica, di cui fanno parte anche i Parchi dell’Adamello e dello Stelvio, si è scoperto che Ago in pochi mesi ha volato su una superficie di 1608 chilometri quadrati. Prima spiccando il volo non allontanandosi dal nido, poi osando sempre di più e arrivando a volteggiare sui cieli della Valtellina. Mai solo però. Sempre sotto l’occhio vigile dei “genitori”, che sia pure mantenendo le distanze, non lo hanno mai perso di vista.