Sanità regionale: una riforma da riformare? Convegno on line di ANAAO

Un convegno on line, organizzato il 28 ottobre da ANAAO-ASSOMED, mette a punto una serie di  riflessioni sul sistema sanitario regionale e sulle modifiche necessarie a potenziarlo, anche a fronte dell’emergenza determinata dal Covid-19.
Il rapporto tra ospedale e territorio, il ruolo del privato, i controlli su accreditamento e appropriatezza delle cure, la continuità assistenziale, la gestione della cronicità: questi i principali temi sul campo. 

La legge regionale 23 del 2015 prevede già la possibilità di essere migliorata e di rivedere alcuni aspetti, correggerli e metterli a sistema “, ha affermato il Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, Emanuele Monti. “I pilastri su cui basarsi dovrebbero essere – ha chiarito Monti- la governance (sia per quanto riguarda risorse e operatività dell’Assessorato, sia quanto alla ridefinizione degli ambiti di governance del territorio) la programmazione (inaugurando una nuova modalità di partnership pubblico/ privato), la riforma nazionale della medicina generale e la valorizzazione delle professioni sanitarie” 

La prevenzione  – ha esordito Carlo Borghetti, Vice Presidente del Consiglio regionale –  rimane  un po’ la Cenerentola della programmazione. C’è al proposito una sorta di problema culturale di regione Lombardia”. Borghetti ha posto anche il problema dei presidi territoriali intermedi fra le cure di base e gli Ospedali, della gestione della cronicità e delle dimensioni dei distretti sociosanitari, che oggi creano dispersioni. “La doppia governance ATS/ASST ha rivelato delle difficoltà”, ha detto Borghetti. Riguardo il rapporto pubblico privato, il Vice Presidente del Consiglio regionale ha sostenuto che bisogna far sì che il privato convenzionato risponda ad una programmazione regionale, perlomeno nella misura in cui è sostenuto dal contributo di Regione Lombardia. “Altro punto chiave – ha sostenuto –  è il sostegno, la gratificazione e la stabilizzazione del personale sanitario”. “Nella riforma della legge regionale è necessario che il Consiglio venga coinvolto concretamente ed in tutti i passaggi”, ha concluso Borghetti. 

Il nostro è un sistema unico che ha una sua forte originalità – ha affermato Giulio Gallera,  Assessore al Welfare di Regione Lombardia – e la legge 23 è stata molto ambiziosa ed in qualche maniera incompiuta, ma non perché i principi fossero sbagliati”. “La sfida,  titanica, è metterla a sistema”, ha detto Gallera, che ha citato anche i “tagli alla sanità di 37 miliardi” (“il fondo sanitario nazionale – ha detto – è passato dal 7,3 al 6,6 del PIL”).  “Il sistema deve essere attivato -ha concluso l’Assessore- anche mettendo al centro la medicina generale. Perché i cambi culturali non possono essere affidati sola alla buona volontà dei singoli, ma devono essere condivisi”. 

All’incontro hanno partecipato anche tecnici come Carlo Lucchina, ex Direttore Generale Assessorato alla Sanità di Regione Lombardia,  Nerina Dirindin, del Dipartimento di Scienze economico-sociali e matematico-statistiche dell’Università di Torino e Stefano Magnone dell’ANAAO- Assomed.