Sanità: la Commissione al lavoro sul progetto di legge sulle dipendenze patologiche

Un programma di intervento a 360 gradi per prevenire e contrastare le dipendenze patologiche, includendo non solo il consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope, ma anche le cosiddette “nuove dipendenze” legate a comportamenti quali ad esempio, il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo, la dipendenza da Internet. Queste le finalità dei progetti di legge a firma rispettivamente di Emanuele Monti (Lega) e di Barbara Mazzali (FdI), oggi ufficialmente unificati in un unico testo su cui la Commissione consiliare Sanità, di cui E. Monti è Presidente, lavorerà nelle prossime sedute.

Nello specifico, il documento introduce concetti quali “aggancio”, “diagnosi precoce”, “programma di cura e riabilitazione”, superando il sistema a prestazione per ampliare la presa in carico alle famiglie e ai minori con l’attivazione di nuovi servizi, attraverso “reti diffuse”. Non solo prevenzione e cura della malattia: le nuove norme includono anche la gestione degli aspetti legati al disagio, alla povertà e al recupero sociale e lavorativo a favore dell’individuo e della sua famiglia.

In Regione Lombardia, nel 2019, le unità d’offerta ambulatoriali (pubbliche e private) e le strutture residenziali hanno avuto in carico 49.597 persone, con un aumento di circa il 2% rispetto ai tre anni precedenti. Il maggior numero di assistiti è in carico per dipendenza da sostanze illegali (oppiacei 40% e cocaina 35% sono le sostanze più diffuse).
In genere, si tratta di uomini (80% degli assistiti), con età media attorno ai 40 anni, ma negli ultimi anni si è notato un incremento del fenomeno nella popolazione femminile.
La fascia under 25 rappresenta circa il 25% del totale degli assistiti e circa il 30% degli assistiti ha problemi legali in corso; il 20% disoccupato e il 40% in cerca di una occupazione stabile. Oltre l’80% degli assistiti ha dipendenze associate da più sostanze. In genere la sostanza primaria è associata all’uso di alcol o cannabis. Più del 20% degli assistiti ha problemi di tipo psichiatrico e spesso con associata una doppia diagnosi.

Il documento sarà discusso dall’Assemblea regionale ai primi di dicembre.