In Commissione Antimafia confronto con la DEA sul traffico degli stupefacenti

L’educazione nelle scuole, a partire da fasce d’età basse, il trattamento e il sostegno psicologico per le persone tossicodipendenti allargati anche all’intero nucleo familiare e le testimonianze di chi è riuscito a disintossicarsi come stimolo educativo: il funzionamento armonico di questi tre aspetti, affiancato dal quotidiano lavoro delle polizia, è la strategia ottimale nel contrasto al traffico di stupefacenti.” Questo è il messaggio che Scott Hacker, funzionario dell’Agenzia federale antidroga statunitense, ha rivolto alla Commissione speciale Antimafia, presieduta da Monica Forte, durante l’audizione con i rappresentanti della DEA (Drug Enforcement Administration) sulla situazione del traffico di stupefacenti in Lombardia, legato anche al denaro riciclato dalla criminalità organizzata. Oltre a Scott Hacker, referente in Italia dell’Agenzia presso l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America a Roma, in Audizione erano presenti il  Vice Console degli Stati Uniti d’America di Milano, Brett Dvorak, e la  Political Specialist Alessia Pastorutti.

Un incontro ricco di informazioni e suggestioni – ha dichiarato Monica Forteche ci consente di tenere alta la guardia. La dipendenza da Fentanyl in Italia è sicuramente un fenomeno meno vasto che in America, ma non va sottovalutato. Una delle insidie più grandi è dovuta alla dipendenza che nasce dall’utilizzo di questa sostanza come antidolorifico a seguito di un’operazione chirurgica o di un grave trauma e che, terminata l’emergenza, si trasforma in uso quotidiano con conseguenze spesso letali. È così che l’eroina e i derivati dell’oppio in genere, trascinati dall’uso troppo disinvolto degli analgesici oppioidi, si sono infiltrati lì dove nessuno avrebbe mai creduto potessero mai arrivare. E se in Italia l’utilizzo degli oppiacei come cura ospedaliera non è così diffuso, resta invece un enorme problema quello del riciclaggio di denaro nel traffico di stupefacenti verso il quale vanno potenziate le misure di contrasto alla criminalità organizzata, anche attraverso la collaborazione delle polizie internazionali.”

Tra i temi affrontati anche quello della prevenzione dei giovanissimi, l’efficacia dei progetti di “drug checking” e l’importanza del nucleo familiare e della comunità nel recupero delle persone tossicodipendenti.