Era l’8 giugno del 1859 quando Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, regnante con il nome di Napoleone III (Parigi 20 aprile 1808; Chislehurst 9 gennaio 1873) e Vittorio Emanuele II di Savoia (Torino 14 marzo 1820; Roma 9 gennaio 1878) entrarono trionfalmente a Milano nel mentre gli austriaci, sconfitti, lasciavano la Lombardia. Quel giorno segnò una tappa fondamentale della Seconda Guerra di Indipendenza italiana che iniziata il 27 aprile del 1859 vedeva uniti la Francia e il Regno di Sardegna contrapposti all’Austria.
Vittorio Emanuele II di Savoia è stato l'ultimo Re di Sardegna (1849 – 1861) e il primo Re d'Italia (1861 – 1878) ricordato tutt'oggi con l'appellativo di Re galantuomo e Padre della Patria per aver mantenuto in vigore lo Statuto Albertino. Coadiuvato dall’allora presidente del Consiglio Camillo Benso conte di Cavour portò a compimento il Risorgimento nazionale con la proclamazione del Regno d'Italia (17 marzo 1861).
L’ingresso trionfale a Milano faceva seguito alle sconfitte militari subite dagli austriaci contro le truppe franco-piemontesi. I primi ad entrare in Milano, il 7 giugno, furono le truppe di Marie Edmé Patrice Maurice Mac Mahon (Sully 13 luglio 1808; Montcresson 16 ottobre 1893), valoroso generale che solo pochi giorni prima aveva sconfitto gli austriaci nella storica battaglia di Magenta (4 giugno 1859) che si rivelò decisiva verso la firma dell'Armistizio di Villafranca concluso da Napoleone III di Francia e Francesco Giuseppe I d'Austria, nel quale si decretava l'annessione della Lombardia al Piemonte, premessa per la fine della Seconda Guerra d'Indipendenza e preambolo anche dell’uscita di scena delle armate francesi dall’Italia.
Questo atto unilaterale compiuto dalla Francia non fu senza conseguenze; infatti, comportò le dimissioni del presidente del Consiglio piemontese Cavour perché lo riteneva una palese violazione del trattato di alleanza sardo-francese. Quest'ultimo prevedeva infatti la cessione al Piemonte dell'intero Lombardo-Veneto, diversamente dai termini dell'armistizio che disposero la cessione della sola Lombardia. L'armistizio di Villafranca, a cui anche il re di Sardegna Vittorio Emanuele II pose la firma il 12 luglio, fu ratificato dalla Pace di Zurigo del novembre 1859.
Qualche mese più tardi Cavour si prese la sua rivincita, stabilendo di fatto l’annessione di Parma, Modena e Romagna pontificia e con un plebiscito ottenne anche la Toscana (11-12 marzo 1860). Ciò provocò l’irritazione della Francia ma alla fine si arrivò, il 24 marzo 1860 alla firma del Trattato di Torino. Cavour e il Piemonte rinunciavano alla promessa di annessione dell’intero Lombardo-Veneto, accontentandosi della sola Lombardia. Con lo stesso accordo, il Regno di Sardegna, riconosceva alla Francia quanto previsto dal trattato d’alleanza, cedendo la Savoia e Nizza.
L’Austria si trovò così a perdere in Italia non solo la Lombardia, ma anche il sistema di ingerenze che le aveva assegnato il congresso di Vienna. Ciò diede un impulso decisivo al Risorgimento che con la successiva spedizione dei Mille del maggio 1860, al comando di Giuseppe Garibaldi (Nizza 4 luglio 1807 – Caprera, Arcipelago di La Maddalena 2 giugno 1882), porterà a termine da Quarto la conquista del Regno Borbonico delle Due Sicilie, permettendone l'annessione al nascente Regno d’Italia.