Giornata mondiale senza tabacco: no alle sigarette per 24 ore

Rinunciare a fumare per 24 ore. E’ l’invito per la giornata mondiale senza il fumo che viene celebrata il 31 maggio di ogni anno e fu indetta dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità per la prima volta nel 1988, in concomitanza con il 40° anniversario della sua fondazione. Obiettivo della giornata antitabagismo è quello di incoraggiare le persone a non fumare per almeno 24 ore, sollecitandole a smettere in via definitiva.
Una giornata promossa anche per riflettere sui pericoli per la salute derivanti dal fumo e per fare il punto della situazione sulla diffusione del tabagismo nel mondo. In particolare il tema di quest’anno è "Tabacco e malattie cardiache", destinata ad aumentare la consapevolezza dei rischi provenienti dall’uso delle bionde, considerate tra le cause principali di malattie cardiovascolari, compreso l'ictus.
Sono 11,6 milioni i fumatori in Italia e rappresentano il 22% della popolazione (erano il 23,3% nel 2018): una prevalenza uguale a quella riscontrata undici anni fa (2008), a riprova del fatto che ci troviamo in una situazione di stagnazione.
Tra il 2017 e il 2019 si è registrato un trend in diminuzione per quanto riguarda le fumatrici (dal 20,8 al 16,5%) ma in aumento per quanto riguarda il sesso maschile (dal 23,9 al 28%).
Gli ex fumatori sono il 12,1% della popolazione italiana e i non fumatori il 65,9%.
La maggior parte dei fumatori sono maschi tra i 25 e i 44 anni (36,3%), mentre nella fascia d’età 45-64 anni si registra la prevalenza più alta tra le donne (22,9%). Oltre i 65 anni si fuma di meno. Un fumatore su 4 consuma più di un pacchetto al giorno. Quasi la metà delle donne fuma tra le 10 e le 20 sigarette al giorno. 1 fumatore su 5 (25%) appartiene a classi socioeconomiche più svantaggiate (meno istruiti e/o con maggiori difficoltà economiche). La quota di ex fumatori cresce invece all’avanzare dell’età ed è maggiore fra le persone senza difficoltà economiche, fra i cittadini italiani rispetto agli stranieri e fra i residenti nelle Regioni settentrionali.
Trai fumatori si registra la percentuale più alta di chi fuma più di 20 sigarette al giorno (25,6% rispetto al 14,1% delle donne) mentre tra le fumatrici la percentuale più bassa di chi fuma meno di 9 sigarette al giorno (40,3% rispetto al 31% degli uomini). Oltre la metà dei giovani fumatori nella fascia d’età 15-24 anni (53,1%) fuma tra le 10 e le 19 sigarette al giorno. La media si attesta attorno alle 12 sigarette al giorno. Rispetto all’area geografica, la prevalenza di fumatori è più alta al Sud sia per donne che uomini: 30,2% negli uomini, 22,4% nelle donne. Si fumano principalmente sigarette confezionate (90,2%) sebbene continui costantemente a crescere il consumo di sigarette fatte a mano (18,3%), significativamente più diffuse tra i giovani maschi e residenti nelle regioni del Sud Italia.
Dal report infine emerge anche un dato allarmante che riguarda gli adolescenti, in Italia si registra un aumento del 25% e l’abitudine non accenna a diminuire nemmeno in chi pratica sistematicamente sport: i giovani tra i 15 e i 19 anni fumano più di un pacchetto di sigarette al giorno e oltre il 60% pratica attività sportiva. Oltre la metà dei giovani fumatori tra i 15 e 24 anni fuma già più di 10 sigarette al giorno e oltre il 10% più di 20.  Dal report emerge anche che si inizia a fumare poco più che maggiorenni, le ragazze poco dopo e comunque prima dei 20 anni.
Significativo anche il consumo prevalente o occasionale di sigarette elettroniche contenenti nicotina (4,6%) o senza (3,1%) e di prodotti del tabacco di nuova generazione (sigarette a tabacco riscaldato, 3,5%). L’1,7% consuma e-cig e l’1,1% fa utilizzo di tabacco riscaldato. I nuovi prodotti tuttavia non cambiano la prevalenza dei fumatori di sigarette tradizionali. E finisce che la nella maggior parte dei casi si trasformino in consumatori duali, sfruttando la possibilità di poter “svapare” nei luoghi dove viene vietato il fumo (ristoranti, bar, ecc). Dal report emergerebbe anche che molti cominciano a fumare provando la sigaretta elettronica e altrettanto spesso la abbandonerebbe per tornare alle sigarette classiche.
In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono circa 900.000. Di questi l’80,1% sono fumatori, dunque consumatori anche di sigarette tradizionali. Il 5% dei fumatori abituali o occasionali di sigaretta elettronica sono persone che prima di utilizzare l’e-cig non avevano mai fumato sigarette tradizionali. Per quanto riguarda le sigarette a tabacco riscaldato, queste vengono utilizzate abitualmente o occasionalmente dall’1,1% della popolazione italiana, circa 600.000 di persone. La loro notorietà è più che triplicata passando dal 18,9% nel 2015 al 67.3% nel 2019. Relativamente alla percezione del rischio per la salute derivante dall’uso di questi prodotti, si osserva che sebbene la maggioranza dei fumatori (il 55,8%) ritenga che essi siano dannosi al pari delle sigarette tradizionali, il 25,3% ritiene che le sigarette a tabacco riscaldato siano meno dannose e il 58,4% dei fumatori ed il 6,4% dei non fumatori ‘passerebbe o inizierebbe a fumare esclusivamente questi 2 nuovi prodotti del tabacco di fronte alla certezza che essi siano meno dannosi per la salute rispetto alle sigarette tradizionali.