21.860 ettari di boschi. E’ la superficie forestale della Comunità montana della Valsassina, alla quale la Regione ha assegnato 90 mila euro per lavori di pronto intervento, salvaguardia dei boschi e valorizzazione della filiera bosco-legno. Si tratta di quasi il 60% dell’intero territorio della Valsassina, che comprende 26 comuni per un’estensione di quasi 40 mila ettari.
Il patrimonio lecchese, tipico del paesaggio montano, è composto per oltre la metà da faggi e castagneti, seguiti da larici, betulle, aceri, tigli e abeti.
Solo il 2% viene tagliato annualmente: le domande sono circa 520 per una vendita pari a circa 80 mila quintali di legna.
Complessivamente la Regione ha destinato 2 milioni di euro per le misure forestali da distribuire fra tutte le Province. Il patrimonio boschivo regionale ammonta a 629.725 ettari pari al 26,4% dell’intero territorio. In Lombardia i boschi crescono anche se la nostra Regione resta, in Europa, tra quelle dove il rapporto prelievi/accrescimento è più basso.
Stando all’ultimo Rapporto sullo Stato delle Foreste, curato da Ersaf, le province lombarde con le maggiori estensioni forestali sono Brescia, Sondrio e Bergamo, che da sole comprendono quasi i due terzi dei boschi regionali.
Le province con meno boschi sono quelle di pianura: Lodi, Mantova, Cremona, Monza-Brianza e Milano. Oltre la metà dei boschi di pianura è localizzato nelle province di Pavia e Varese e nella Città metropolitana di Milano.
Brescia è la provincia dove si taglia di più, seguita da Bergamo, Sondrio, Varese e Como. Il legname da opera proviene principalmente dalle province di Brescia (34,3% del volume totale richiesto in Lombardia), Sondrio (33,7%) e Bergamo (17,3%), mentre quello tagliato per finalità energetiche arriva da Bergamo (21,9%), Varese (18,8%), Brescia (17,1%), e Como (14,4%).
Le province con il maggior numero di imprese boschive iscritte all’Albo (IB) rimangono Varese e Brescia. In particolare Varese si riconferma la provincia col numero più elevato di lavoratori nel settore.