"Tredesin de marz" è una fiera che per tradizione si svolge a Milano (il calendario ha voluto che quest’anno si facesse domenica 11) in zona Porta Romana nello spazio antistante la Chiesa di S.Andrea, tra via Crema, via Piacenza e via Giulio Romano. Una fiera classica, tipicamente milanese, che anticipa la primavera con decine di stand colmi di fiori e piante, prodotti d'artigianato e bontà alimentari, ricostruzioni di botteghe degli antichi mestieri e che nel 2018 ha posto l'attenzione sul tema dello spreco alimentare dandosi come argomento portante “Ri-Cibo, da problema a risorsa”.
Ma che cosa significa e da dove arriva questa festa di Milano?
Anche qui, come la moderna Halloween, torniamo al tempo dei Celti, quell'insieme di popoli indoeuropei come i Britanni, i Gallki, i Pannoni, i Galati che nel loro periodo di massimo splendore (tra il IV e il III secolo a.C.) si estendevano dalle isole britanniche al bacino del Danubio con insediamenti nelle penisole iberica, italica e anatolica (nell'attuale Turchia)
Secondo un’antica leggenda, il 13 marzo dell’anno 52 d.C. San Barnaba predicò il Vangelo di Cristo in una radura poco fuori Milano, al tempo una località dove era ancora viva la tradizione celtica e nella quale alcuni cittadini si erano riuniti, pare, per una celebrazione attorno ad una pietra forata con tredici raggi incisi, rappresentante “il cuore vivo dell’anima celtica milanese” Qui innalzò una croce sulla pietra rotonda forata e fu da quel momento che iniziò la diffusione del culto del cristianesimo a Milano.
"Tredesin de marz" è quindi una festa del Dio, del Sole, della primavera che si celebra ancora e ancora oggi, come nei secoli addietro, si celebra con esposizioni di piante e di fiori attorno alla chiesa di Santa Maria al Paradiso, lungo i viali aperti dopo la demolizione dei bastioni tra Porta Vigentina e Porta Ludovica.
I segni di quel gesto antico si trovano effigiati nella pietra posta nella chiesa di S.Maria al Paradiso, in corso di Porta Vigentina (nella foto). Pietra che ancora oggi viene venerata a memoria di quell'atto.