Visita del Card. Angelo Scola All’Assemblea Legislativa regionale lombarda

Indirizzo di saluto del Presidente del Consiglio Regionale
Dott. Raffaele Cattaneo
Eminenza Reverendissima,
Caro Cardinal Scola,
è con sentimenti di viva gratitudine e personalmente anche di grande gioia che la
accolgo in questa aula e la saluto con la più viva cordialità a nome di tutti i
Consiglieri regionali, dei membri della Giunta, dei collaboratori, del personale e degli
ospiti presenti.
Ho molto desiderato che Ella accogliesse l'invito a prendere la parola in quest'Aula e
la ringrazio di cuore per aver accettato.
Sono certo che il suo intervento, anche per il riconosciuto spessore intellettuale
della sua persona, saprà dare un contributo importante, di idee, di riflessioni, di
iniziativa per il futuro, utile per tutti noi, credenti e non credenti.
Sono lieto che lei sia qui non per una malintesa confusione di ruoli.
Mi è ben chiaro, e sono certo è ancor più chiaro a Lei – lo testimoniano la sua storia
e i suoi scritti – qual è la distinzione di compiti e di responsabilità che ciascuno di noi
deve svolgere nella piena autonomia delle rispettive sfere.
È ben chiaro a tutti noi che questa assemblea legislativa, che tra poco ascolterà la
sua parola, è una istituzione laica e nessuno rincorre confessionalismi fuori luogo e
fuori tempo. Voglio tranquillizzare a questo riguardo i colleghi che hanno sollevato preoccupazioni infondate.
Da quest'aula però mandiamo oggi un segnale anche di una corretta visione della laicità proprio attraverso questo incontro.
La vera laicità infatti – a differenza del laicismo che ne rappresenta l'involuzione regressiva sul piano culturale e politico – è aperta all'ascolto della parola e del contributo di chiunque.
Ama tutti coloro i quali hanno qualcosa di significativo da dire alla costruzione della convivenza civile, a prescindere da qualunque distinzione di sesso, razza, cultura o religione e sarebbe ben paradossale che ciò non dovesse valere proprio nei confronti della religione cattolica, che così tanto ha contribuito nei secoli alla costruzione della nostra civiltà, delle nostre tradizioni, del nostro pensiero, della nostra cultura, delle nostre istituzioni.
La vera laicità rifugge ogni ideologismo, non ha timore del confronto con nessuno, non ha bisogno di azzerare le molteplici identità della società plurale, ma al contrario sa confrontarsi con ciascuna di esse, nella consapevolezza della propria storia e alla ricerca di ciò che è bene.
Viviamo Eminenza – e lei ce lo ricorda continuamente – un tempo faticoso e difficile. Il bene comune è sempre più un "bonum arduum".
Questo Consiglio Regionale lo sa bene: oggetto di indagini e comportamenti che hanno portato a sfiducia, disaffezione nel popolo, contumelie diffuse, dileggio sistematico.
Eppure questa aula non ha smesso di ricercare il bene comune! Lo voglio ripetere forte: qui ci sono uomini e donne che hanno diverso orientamento politico, diverse sensibilità culturali, idee a volte contrapposte.
Ma tra queste mura non è venuta meno la passione per il bene di tutti, non si è spenta la fiamma della democrazia, cioè della ricerca di ciò che è bene per il popolo.
Il nostro popolo lombardo oggi soffre il protrarsi di un tempo lungo di difficoltà, che ha portato povertà nelle famiglie, mancanza di lavoro, difficoltà economiche e disagi personali.
Disagi talvolta sfociati in tragedia. Noi non siamo distanti da tutto ciò! non viviamo in un mondo dorato e insensibile, ciechi e sordi di fronte alle difficoltà di chi abbiamo vicino.
Viviamo con disagio tante volte l'incapacità e forse l'impossibilità di dare risposte adeguate.
Ma non vengono meno il desiderio e la tensione verso questo scopo nella consapevolezza di una responsabilità che investe ciascuno di noi è che oggi deve trasformarsi in una forza costruttiva.
Costruire, non distruggere è la nostra responsabilità!
Questa responsabilità mi richiama a due grandi parole che riecheggiano più volte nell'insegnamento sociale della Chiesa: concordia e sussidiarietà.
Due parole tutt'altro che estranee al lavoro di quest'Aula Consiliare.
Concordia: cioè ricerca continua della condivisione; la nostra Assemblea legislativa sta cercano di fare la propria parte in spirito di collaborazione e non di scontro.
La gran parte dei provvedimenti sono stati approvati con una maggioranza più ampia di quella politica e molti all'unanimità – su 33 Progetti di legge approvati nel corso di questa legislatura 18 lo sono stati all’unanimità – segno di una volontà di non imporre la forza dei numeri ma di ricercare sempre il confronto per trovare la sintesi più condivisa. In un tempo di scontro sistematico e talvolta volgare o addirittura violento, anche all'interno delle aule parlamentari, è un fatto rilevante.
Sussidiarietà: i provvedimenti del Consiglio Regionale da molti anni sono indirizzati ad aprire spazi alla libera iniziativa della persona, della famiglia, della società in tutti i campi, anche in quelli della libertà di educazione, del sostegno alla vita e alla famiglia, della sanità e del welfare. È la strada che la Lombardia ha percorso proficuamente e sulle quale sono certo saprà continuare, continuando a dar vita a un modello originale di governo sussidiario.
Una strada che richiede come condizione previa il rispetto delle autonomie. Di quelle sociali (riconosciute dall’art.2 della Costituzione) e di quelle locali (riconosciute dall’art. 5), oggi oggetto di un attacco formidabile, come forse mai avvenuto in passato nella storia recente del nostro Paese.
Un attacco che ne mette in discussione la loro stessa esistenza.
È il parere di molti in quest'Aula che senza corpi intermedi sociali e istituzionali (comuni, province, regioni) non ci possa essere vera libertà. Da ciò deriva la consapevolezza che abbiamo il dovere di fare anche da qui una proposta di riforma delle istituzioni sulla quale ci confronteremo in una apposita seduta il prossimo 25 febbraio. Non è riportando tutti i poteri al centro che il nostro popolo sarà più libero di esprimersi e potrà essere meglio servito.
Concordia – cioè condivisione, ricerca di ciò che unisce più di ciò che divide – e sussidiarietà – cioè amore alla libertà creativa di ciascuno – sono tra l'altro un frutto maturo del contributo della tradizione cattolica alla vita della Lombardia, all'umanesimo e al modo stesso di essere dei lombardi.
Di questo siamo grati a lei che rappresenta qui la continuità di questa millenaria tradizione culturale, un modo di concepire la realtà e la vita che ha reso più bella e più civile l'esistenza di centinaia di generazioni di lombardi e ha forgiato il modo stesso di essere della Lombardia.
È con questo spirito che affrontiamo le sfide del presente, inclusa la grande opportunità rappresentata da Expo 2015, occasione da non perdere per il rilancio e lo sviluppo del nostro territorio, ma sfida anche culturale, per la quale occorrerà che giunga al mondo da Milano e dalla Lombardia una parola originale sui temi della nutrizione e dell'ambiente. La ringrazio per il contributo che sta dando a questa riflessione.
Concludo questo mio saluto, eminenza reverendissima, con un auspicio: che questa assemblea e ciascuno di noi sappia essere con i fatti un esempio di politica buona.
La necessità della buona politica è così viva nelle attese della nostra gente, ma la strada per realizzarla è impegnativa, impervia, e passa, a mio parere, dalla fatica di costruire soluzioni concrete per quanto imperfette più che dalla aulica forza distruttiva della denuncia e della sterile contrapposizione.
Ed è una fatica che noi consiglieri regionali non vogliamo smettere di fare al servizio della dignità insopprimibile di ogni singola persona e del valore infinito di ogni atto di servizio ad ogni singolo uomo concreto.
Con questo animo ci disponiamo ora ai due prossimi indirizzi di saluto del Consigliere Paolo Micheli, a nome della minoranza e del Presidente della Giunta Roberto Maroni. Poi all'ascolto del suo intervento sul tema: "Un nuovo umanesimo: il futuro della Lombardia”. Grazie