“Il Consiglio nelle scuole”: educazione alla legalità, cyberbullismo, web

La tradizione, ormai consolidata, del Consiglio regionale di coinvolgere i ragazzi e i giovani  si è arricchita, lo scorso anno scolastico, di una nuova iniziativa: “Il Consiglio entra nelle scuole” . Il progetto ha coinvolto, nell’anno 2016/17, più di 550 studenti lombardi, provenienti da 11 scuole distribuite sul territorio regionale.Il percorso si è articolato in tre momenti: le visite didattiche delle scuole al Consiglio, con un primo approccio alle dinamiche istituzionali e alle regole della rappresentanza, poi una serie di incontri, in cui i consiglieri hanno incontrato i ragazzi all’interno dei loro istituti scolastici. Per questa fase si è concordato un tema di confronto specifico, il cyberbullismo e la legalità. In particolare, su questi temi, sono stati interlocutori degli studenti il presidente della Commissione Consiliare Antimafia, Gianantonio Girelli e la Presidente del Corecom Lombardia, Federica Zanella.
 
Al termine degli incontri è stato distribuito a 551 ragazzi delle scuole secondarie superiori un questionario che riguardava la percezione e la consapevolezza della cittadinanza oltrechè i temi, appunto, di legalità e cyberbullismo. La fascia di età del campione è stata compresa fra i 15 e i 18 anni, momento in cui risulta  maggiore la distanza dei giovani dalla vita civile e istituzionale.
I dati della rilevazione sono stati presentati questa mattina ad una vasta platea di docenti e di ragazzi, alla presenza della Vicepresidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi.
Dalla elaborazione dei questionari  emerge immediatamente che i giovani hanno una visione proiettata ben oltre i confini della propria Regione: il 53% si definisce cittadino italiano, il 31% cittadino europeo e il 16% cittadino lombardo.
La prima piacevole  sorpresa però riguarda l’attribuzione di valore agli aspetti associativi del vivere civile, che vede attribuire il primo posto, da parte della maggioranza assoluta degli intervistati (48,1%) alle associazioni politiche. Al secondo posto, nel parere dei ragazzi, sono le associazioni di volontariato. L’insieme di queste risposte disegna una consapevolezza piuttosto acuta del tessuto sociale e Il 44% degli interpellati condivide l’idea che la politica operi per il bene comune, contro un 36% di scettici e un 20% convinto che la politica solo in certe situazioni operi  per la collettività.
I ragazzi, si sa, sono grandi utilizzatori di social network, con una prevalenza per WhatsApp, Facebook, Instagram e Snapchat su cui il 74% imposta profili pubblici e su cui posta  dati sensibili quali cognome, foto del viso, età esatta e ovviamente foto e video personali, anche se sono per lo più attenti a non render pubblici indirizzo di casa e numero di telefono,  Dalla rilevazione si evidenzia che uno dei problemi “di privacy” è l’essere taggato in foto in cui non si voleva comparire. In questi casi, il referente per le esperienze sgradevoli sulla rete sono i familiari, innanzitutto la madre.
 
Per quanto riguarda l’educazione alla legalità, la maggior parte dei ragazzi associa alla legalità l’idea di giustizia, e al secondo posto, l’idea di libertà. Più nel dettaglio il campione ha un’idea molto chiara della gravità di azioni quali non pagare le tasse, acquistare merce rubata, consumare droghe pesanti, o non rispettare il codice della strada. Molto più sfumata invece la condanna di comportamenti quali accettare denaro in cambio di favori, fare a botte con la squadra avversaria o lavorare in nero. La maggioranza inoltre ritiene non grave scaricare musica da internet.
La maggioranza dei ragazzi (91%) ha una visione molto chiara di ciò che significa criminalità organizzata e l’82% è convinto che si tratti di un fenomeno mondiale.
Il progetto prosegue anche per l’anno scolastico 2017/18. L’impegno del Consiglio è di coinvolgervi il maggior numero di scuole, anche perché , come è stato ricordato oggi da Gianni Girelli, che ha citato Don Ciotti :“La legalità è lo strumento per costruire la giustizia”.