E’ stata approvata dal Consiglio regionale all’unanimità la Risoluzione sulla clownterapia, dedicata in particolare ai piccoli pazienti ricoverati in ospedale. Il documento ha lo scopo di valorizzare le attività di clownerie di corsia, che sono di sostegno psicologico ai bambini degenti all’interno delle strutture ospedaliere. Con il testo si intende dare ruolo anche ai percorsi di formazione degli operatori, predisponendo un apposito elenco di soggetti del Terzo Settore abilitati e di associazioni riconosciute.
“Studi recenti hanno dimostrato che un approccio ottimistico e sdrammatizzante verso la malattia contribuisce alla risoluzione del quadro clinico, oltre a favorire il recupero psicologico, relazionale sociale”, ha detto Lara Magoni (Lista Maroni), relatrice del provvedimento. “E’ bene che si chiarisca il percorso di formazione e qualificazione degli operatori vista la delicatezza dell’intervento”, ha sottolineato il Consigliere Carlo Borghetti (PD). “Il naso rosso del clown di corsia è una conquista – secondo Paola Macchi (M5S) – che richiede sensibilità, attenzione , delicatezza e lavoro interiore”. Un lavoro che si rivela “un supporto valido ai percorsi terapeutici tradizionali”, ha aggiunto Michele Busi del Patto Civico. Soddisfazione anche da parte dell’Assessore Giulio Gallera per quello che ha definito un “tema importantissimo” e sui cui ha confermato l’impegno e il lavoro della Giunta.
La clownterapia è stata introdotta in Italia in via sperimentale verso la metà degli anni Novanta ed è formalmente riconosciuta e inclusa nella Convenzione sui diritti del fanciullo approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1989 e ratificata in Italia con la legge n.176 del 1991. La sua pratica viene inoltre promossa anche all’interno della Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale e nella Dichiarazione internazionale dei diritti del fanciullo della Società delle Nazioni.