"Non vogliamo anestetizzarci al dolore, non pensiamo sia inutile condannare una volta di più questi episodi di violenza e di morte. Vogliamo, anzi, ribadire che la nostra visione è differente, che la violenza non è mai la risposta. Si tratta dell’attentato peggiore avvenuto nel Regno Unito, che pure ne ha subiti molti, a partire da quello dal 7 luglio 2005. Questo ci ricorda da quanto tempo dura la battaglia contro il terrorismo che si ispira al fondamentalismo islamico”. Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, ha aperto la seduta consiliare invitando l’Aula a un momento di riflessione e a un minuto di silenzio ricordando quanto accaduto ieri sera a Manchester.
“Il nostro Consiglio -ha aggiunto Cattaneo- si stringe attorno ai famigliari delle vittime, a tutto il popolo britannico, e invierò un messaggio all’Ambasciatore e al Console a Milano per esprimere la vicinanza di tutta l’Assemblea lombarda. Il Consiglio regionale ribadisce una volta di più la ferma condanna del terrorismo, proprio in una giornata che per il nostro Paese ha un valore emblematico, in cui si celebra la giornata della legalità che il Parlamento ha voluto istituire in ricordo di un altro tragico evento, accaduto esattamente 25 anni fa, la strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Un attentato cui seguì, due mesi dopo, in un barbaro attentato, l’assassinio del magistrato Paolo Borsellino. I due magistrati sono diventati l’emblema della lotta alla mafia, una lotta condotta dallo Stato e nella coscienza delle persone. Il loro sacrificio ha contribuito a risvegliare le coscienze di molti siciliani e di tanti italiani e anche di noi lombardi: abbiamo iniziato ad accorgerci che questo fenomeno della mafia non era lontano da noi ma aveva cominciato a diffondersi anche nel nostro territorio. Oggi ne siamo più consapevoli”.
“Vogliamo ricordare -ha detto Cattaneo- come ha riportato da Saviano,che Falcone aveva detto, rispondendo a una domanda pochi giorni prima di morire, che “in Italia, per essere credibili bisogna essere ammazzati”. Le istituzioni hanno il dovere di costruire le condizioni perché chi combatte la mafia sia credibile senza dover essere ammazzato. Questo deve richiamare tutti noi al dovere di essere attenti e di sostenere chi si mette contro la mafia, senza strumentalizzazioni politiche. Non dobbiamo lasciar solo chi combatte la criminalità organizzata senza cedere alla cultura del sospetto, che non è l’anticamera della verità. Deve essere un impegno di chi ha responsabilità istituzionali e politiche per dare risposte concrete ai bisogni che i cittadini ci chiedono”.
Prima del minuto di silenzio, è intervenuto in Aula anche il Presidente della Commissione Antimafia Gianni Girelli, che ha sottolineato l’importanza del ricordo del sacrificio di Giovanni Falcone. “Quel fatto -ha detto- ci mise duramente a contatto col fenomeno della mafia. In questi 25 anni tante cose sono cambiate: la sottovalutazione ha lasciato il posto a una presa di coscienza generale anche in ambito politico. Falcone e Borsellino rappresentano il riscatto nei confronti della mafia e oggi possiamo dire che lo sconforto non ha il sopravvento. Molto rimane da fare ma il metodo ideato da Falcone del lavoro in pool rimane il modello per combattere la criminalità. Unire le forze: è questo il messaggio della loro vita”.