Giovani, istruite, con un rendimento lavorativo che non teme la concorrenza maschile. Questo l’identikit delle donne manager che, grazie all’introduzione delle quote di genere per i Consigli di amministrazione (CdA) e i Collegi sindacali (CS), ora cominciano a fare capolino nei board delle società quotate in Borsa e nelle società pubbliche.
I dati sono contenuti in una ricerca di Eupolis Lombardia “La leadership femminile nelle aziende lombarde”, presentata oggi alle Commissioni Affari istituzionali, presieduta da Carlo Malvezzi (Lombardia Popolare), e Attività produttive, presieduta da Pietro Foroni (Lega Nord).
Lo studio, condotto dalla professoressa Paola Profeta e da Annarita Macchioni dell’Università Bocconi, è stato promosso dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia, nell’ambito del Piano ricerche.
In Lombardia, l’imprenditorialità femminile è pari al 22,7%, con oltre 154mila aziende individuali controllate in prevalenza da donne. E nonostante la crisi abbia contratto in parte l’industria lombarda, le aziende rosa non hanno registrato alcun calo, continuando a crescere (+1,1% dal 2009 al 2015).
Per quanto riguarda la presenza di donne nei CdA delle società quotate in Lombardia si è passati da un 7,6% del 2009, due anni prima della legge anti gender-gap, a un 21% del 2015.
“L’ingresso di capitale umano femminile ha portato a un miglioramento del capitale sociale complessivo delle aziende – ha sottolineato la Vice Presidente Sara Valmaggi -. Inoltre, la presenza femminile ha avuto anche ricadute positive sull’organizzazione del lavoro, aprendo varchi nelle politiche di conciliazione, anche se rimangono ampi margini di miglioramento”.
Nello specifico lombardo, la ricerca ha evidenziato come l’introduzione di quote di genere nelle società per azioni ha portato a più amministratori delegati di sesso femminile, a più presidenti donne, e ad un aumento complessivo di membri laureati e di membri con una formazione post-laurea.
Un trend di crescita che ha riguardato anche la componente femminile dei Collegi sindacali lombardi (dal 6% al 18%) e le società pubbliche: in queste ultime, negli ultimi due anni, la quota femminile complessiva è passata dal 17,5% al 25,7% . Un effetto che ha visto il 30% di aziende quotate lombarde superare la quota del 20% di donne nei boards.
“Compito del Consiglio – ha dichiarato il Presidente Malvezzi – è quello di far emergere buone prassi, soprattutto sul fronte della conciliazione, facilitando la creazione di luoghi adatti perché le donne possano esprimere adeguatamente e pienamente le loro capacità, facendo emergere il valore della loro diversità”.
“La leadership femminile non è soltanto una questione di quote rosa, ma un fatto reale e consolidato che sta offrendo molte opportunità – ha commentato il Consigliere Segretario Daniela Maroni -. Il capitale umano delle donne ha sicuramente contribuito a portare un plus all’interno delle aziende, anche se, ad oggi, manca ancora una reale uguaglianza di genere”.