In Commissione Agricoltura via libera a maggioranza alla legge sui parchi:

incentivati l’accorpamento dei parchi esistenti e la diminuzione dei soggetti gestori.
Introdotte 9 macroaree territoriali omogenee di riferimento

 

Milano 2 novembre 2016 – La Commissione Agricoltura, montagna, foreste e parchi, presieduta da Alberto Cavalli (FI), ha dato il via libera a maggioranza alla legge "Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio", che ora passa all’esame dell’Aula consiliare. In particolare sono stati esaminati e votati i circa 150 emendamenti e i 16 articoli della normativa che aggiorna e rinnova l’organizzazione del sistema delle Aree protette della Regione (24 Parchi, 33 monumenti naturali, 66 riserve e 242 siti di Rete Natura, 101 parchi locali), ne semplifica la gestione oggi affidata ad una pluralità di soggetti, incentiva l’accorpamento volontario tra parchi esistenti, introducendo 9 macroaree omogenee di riferimento e stabilendo le procedure per le fusioni. Per macroarea si intende una porzione del territorio regionale ”al cui interno vengono individuati uno o più ambiti territoriali che possono costituire riferimento per una progressiva aggregazione degli stessi ambiti”.
Approvato anche un emendamento presentato da Alessandro Sala (Lista Maroni) che, limitatamente ai danni agricoli causati da specie selvatiche nelle riserve e nei parchi naturali, permette l’erogazione degli indennizzi regionali a condizione che siano stati effettivamente realizzati interventi di contenimento delle specie animali responsabili dei danni.

 

Per Regione Lombardia è una legge molto importante che interessa il 25% dell’intero territorio –ha detto il relatore Emanuele Monti (Lega Nord)- e per questa ragione abbiamo fatto un percorso che prevedeva oltre cento audizioni con tutti i soggetti interessati. Partendo dal testo già ben fatto dalla Giunta regionale, abbiamo inserito 30 emendamenti, votati oggi in Commissione, che vanno a modificare e dare un senso ancora più significativo a questo provvedimento che ha l’obiettivo di semplificare la gestione del territorio nell’interesse dell’utente finale che è il cittadino lombardo e di chi fa impresa in agricoltura nei territori protetti. Inoltre si danno più risorse agli enti parchi, che saranno gli enti motori di questa legge, e si mantiene lo stesso grado di tutela della legge regionale 83/1986, che è un esempio in tutta Europa per le aree protette”.

“E’ un provvedimento molto atteso –ha commentato il Presidente della Commissione Alberto Cavalli (Forza Italia)- anche alla luce della necessità di fronteggiare le difficoltà economiche, che molti parchi oggi incontrano. Con questo documento, la Regione intende sottolineare di volere mantenere gli importanti livelli di tutela già esistenti. Un risultato che verrà d’ora in poi raggiunto in modo più efficace grazie ai meccanismi previsti dalla legge, che non solo si propone di dare indirizzi agli enti gestori, ma di incoraggiarli sulla via dello sviluppo sostenibile. Molto tempo è cambiato da quando la Regione ha cominciato, per prima in Italia, a istituire i parchi regionali ed è giusto ora tenere conto dei risultati ottenuti guardando al futuro. Il provvedimento sarà discusso in Aula entro questo mese di novembre”.

 

In sede di dichiarazioni di voto il consigliere PD Agostino Alloni ha motivato il voto contrario del suo gruppo. “Dall’inizio della discussione -ha detto- registriamo dei miglioramenti, perché per esempio non viene più lasciata nel vago la definizione di macroarea. In Aula presenteremo comunque nuovi emendamenti perché riteniamo necessario prevedere più ambiti e non soltanto i nove previsti ora. Secondo noi il numero ideale è 16, così da meglio rispettare le specificità territoriali. Regione Lombardia deve inoltre uscire da ambiguità e partecipare con una quota fissa alla gestione dei parchi: le Province spariranno e non si può lasciare a carico solo dei Comuni la sostenibilità finanziaria dei parchi”.

Voto contrario è stato annunciato anche da Giampietro Maccabiani (M5Stelle), che ha lamentato come “con questa legge Regione Lombardia rinuncia al suo ruolo di indirizzo e di coordinamento, lasciando le scelte strategiche ai singoli enti gestori senza che vena sviluppata una visione di prospettiva ampia e omogenea”. Maccabiani ha quindi espresso preoccupazione per il fatto che “la maggioranza non ha voluto aumentare le aree protette sul territorio regionale e non ha voluto pertanto inserire maggiori forme di tutela del territorio”.
Questo provvedimento viene approvato dopo numerose audizioni e un lungo e approfondito dibattito in Commissione, con il grande merito –ha detto Dario Bianchi (Lega Nord)- di introdurre maggiore semplificazione e ridurre la burocrazia degli enti gestori che diminuiscono nel numero. L’introduzione delle macroaree aiuta inoltre a sviluppare una progettualità più omogenea sul territorio regionale”. Agli esponenti del M5Stelle Bianchi ha quindi replicato sottolineando come il suolo può e deve essere tutelato attraverso lo strumento dei PGT, non con l’introduzione di nuove aree protette.
Convinto voto favorevole anche da parte di Carlo Malvezzi (Lombardia Popolare), che ha giudicato come elemento positivo il fatto che vengano previste linee guida. “Così Regione Lombardia -ha detto- non rinuncia al proprio ruolo, anche se è corretto che non abbia quote di partecipazione nella gestione. Quello che serviva non era un ampliamento né delle tutele né dei confini, quanto invece l’ottimizzazione degli aspetti gestionali. Ed è quello che questa legge assicura. Il contenimento dell’uso del suolo è obiettivo della programmazione territoriale rispetto al quale siamo e saremo sempre impegnati”.
“Esprimo voto favorevole -ha detto Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia)- perché l’introduzione degli emendamenti, che abbiamo discusso e approvato oggi, migliora il contenuto di un progetto di legge che già si presentava come innovativo e necessario. Abbiamo così raggiunto un risultato perfettamente adeguato alle esigenze di protezione delle aree del sistema dei parchi”.

 

 

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