Incremento dell’offerta del servizio ferroviario regionale del 20%, del trasporto pubblico su ferro del 19% e del trasporto pubblico su gomma del 5%, con una riduzione del trasporto privato su strada del 7%. Sono gli obiettivi che si propone di raggiungere il nuovo Programma regionale della Mobilità e dei Trasporti approvato a maggioranza in Consiglio regionale con 39 voti a favore e 26 contrari, dopo che la Commissione Territorio prima dell’estate aveva tenuto numerose audizioni con comitati di utenti e pendolari, associazioni, enti locali, gestori e società pubbliche e private. I nuovi interventi programmati dovrebbero portare a un incremento della velocità media di percorrenza sulla rete extraurbana da 49 a 52 chilometri orari riducendo del 6% i tempi complessivi di viaggio. Inoltre si prevede una diminuzione dell’emissione di sostanze inquinanti atmosferiche da 17,8 milioni di tonnellate annue a 16,8: il solo valore del PM10 dovrebbe calare del 20%. Per il potenziamento del servizio ferroviario e del trasporto pubblico locale il Programma calcola investimenti economici di circa 15 miliardi di euro (con un incremento nell'ordine di 80 milioni di euro per i costi di esercizio) e si ipotizzano risparmi di quasi 600 milioni di euro all’anno per la riduzione dei tempi di viaggio delle persone e di 200 milioni per quella delle merci, con l’aggiunta di altri 50 milioni di risparmio sui costi sociali determinati dalla riduzione degli incidenti stradali, quantificata nel 23%.
Nel 2014 la Lombardia è stata interessata da 16 milioni e 400mila spostamenti al giorno, 700mila in più rispetto a dieci anni prima: gli spostamenti occasionali sono aumentati del 15,5% e hanno superato quelli legati a motivi di lavoro, con una percentuale complessiva del 45,5%. Nel solo territorio milanese si registrano un terzo degli spostamenti lombardi. Con l’obiettivo di ridurre il numero degli spostamenti con mezzi privati, saranno incentivati l’integrazione tariffaria e i servizi di trasporto collettivo. “Il futuro del trasporto pubblico locale non può dipendere dall’incremento delle risorse pubbliche: per poter fare gli investimenti che servono e per garantire un trasporto pubblico locale più efficiente, occorre avere degli attori del sistema che, come avviene nel resto d’Europa, abbiano una dimensione sufficientemente ampia per reggere con spalle solide gli investimenti necessari –ha detto il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo (Lombardia Popolare), intervenuto dai banchi del Consiglio,- Per fare questo è inimmaginabile riproporre come unico soggetto industriale l’ex monopolio nazionale, ma occorre dare vita in Lombardia a un grande operatore che per dimensione e solidità sia in grado di competere con il monopolista nazionale. Questo può avvenire a partire dall’esperienza di Trenord, di cui Regione deve mantenere almeno la quota attuale del 50% ed eventualmente crescere per ottenerne il controllo, e proseguendo nel progetto di integrazione con Atm sul modello parigino di Rtpe ”.
Per il relatore del provvedimento Fabio Altitonante (Forza Italia) “una parte significativa del Programma riguarda Milano e la Grande Milano. Crediamo, infatti, che lo sviluppo infrastrutturale sia lo strumento principe per competere a livello globale. Ci riferiamo soprattutto a quello su ferro che interessa sia le linee sub-urbane che le metropolitane. Il nostro obiettivo è dare una visione infrastrutturale di lungo periodo. Se pensiamo -ha detto ancora Altitonante- che l’ultimo Piano presentato sulla mobilità risale al 1982, è evidente che questo provvedimento è strategico e di grandissima rilevanza”.
“La Commissione Territorio, dopo il piano casa, la riforma delle Aler, la legge per la riduzione del consumo di suolo e di prevenzione contro il dissesto idrogeologico –ha commentato il Presidente della Commissione Alessandro Sala (Lista Maroni)- ha esaurito il proprio lavoro anche sul Programma della Mobilità e dei Trasporti, portando così all’approvazione dell’Aula con grande anticipo tutti i principali provvedimenti di propria competenza che erano nel programma di questa legislatura. Un segnale evidente del buon lavoro svolto e una chiara dimostrazione di grande concretezza”.
Le opere più significative inserite nel Programma
Tra le opere prioritarie in ambito ferroviario indicate dal Programma troviamo: adeguamento linea Chiasso-Seregno-Monza-Milano e linea Luino-Gallarate; potenziamento linea Rho-Gallarate; realizzazione linea Varese-Mendrisio, tratta Arcisate-Stabio e riapertura linea Varese-Porto Ceresio; potenziamento della linea Milano-Seveso-Asso; completamento del raddoppio della linea Milano-Mortara e quadruplicamento della tratta Milano-Rogoredo-Pavia; raddoppio della ferrovia della Cremona-Mantova-Milano. Sono previsti interventi strutturali sul nodo ferroviario di Milano con la realizzazione di un nuovo collegamento tra le stazioni di Porta Garibaldi e Centrale e l’acquisto di nuovo materiale rotabile per oltre un miliardo di euro. Si prevede di realizzare la tratta Lorenteggio-Linate lungo la M4 e di prolungare la M1 fino a Monza Bettola, la M2 fino a Vimercate e la M3 fino a Paullo.
Sul piano viabilistico i primi interventi dovrebbero riguardare il completamento del Sistema Viabilistico Pedemontano, la terza corsia sulla Milano-Meda, il completamento della Tangenziale Nord di Milano-Rho-Monza, il raccordo tra la A4 per Venezia e la Tangenziale Est, il collegamento diretto A4-Brebemi, la riqualificazione della “Paullese” e i sistemi di accessibilità alla Valtellina e a Malpensa. Il valore complessivo delle opere previste dal Programma si avvicina ai 40 miliardi di euro: ad oggi sono già disponibili 16 miliardi.
Via libera ad alcuni emendamenti (43 quelli presentati in tutto) che riguardano in particolare il riconoscimento della connessione su ferro Brescia-Montichiari come prioritaria, la realizzazione di una stazione ferroviaria dell’Alta Velocità di servizio per il Basso Garda lungo la linea Treviglio-Brescia-Verona in prossimità del casello di Sirmione, valorizzazione del completamento dell’anello ciclabile del Garda, il secondo lotto della tangenziale sud esterna di Brescia da Ospitaletto fino ad Azzano Mella e l’allargamento a tre corsie per senso di marcia della tangenziale sud da Brescia fino allo svincolo di Brescia est (primi firmatari Mauro Parolini e Angelo Capelli, Lombardia Popolare); la riqualificazione a carreggiate separate della “Paullese”, per l'intero collegamento stradale tra Milano e Cremona (Carlo Malvezzi, Lombardia Popolare); il raddoppio della tratta ferroviaria Bergamo – Ponte San Pietro – Terno d’Isola (Donatella Martinazzoli, Lega Nord); la possibilità di realizzare una nuova fermata della linea suburbana S8 a sud di Monza, in prossimità del quartiere San Rocco (Gianmarco Corbetta e Silvana Carcano, M5Stelle); valorizzazione dell’incrocio ferroviario di Merone con la realizzazione del servizio ferroviario Como-Erba (Luca Gaffuri, PD); adeguamento tecnologico e superamento barriere architettoniche della linea metropolitana M2 (Jacopo Scandella, PD); realizzazione collegamento metrotramviario tra Certosa e Cascina Gobba (Onorio Rosati, PD); miglioramento della connessione tra la TEEM e la A7 (Fabio Altitonante, Forza Italia); valorizzazione della linea M4 da San Cristoforo per collegare i Comuni del sud ovest di Milano con contemporaneo potenziamento in loco del trasporto pubblico locale su gomma (assessore Alessandro Sorte) .
Le dichiarazioni di voto
Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Patto Civico hanno votato contro. Per Iolanda Nanni del M5S “con questo Piano la Lombardia destina al trasporto pubblico locale solo il 5% delle risorse, privilegiando ancora una volta i progetti sulle grandi infrastrutture, come la Brebemi. E così alla rete ferroviaria va solo un’elemosina. Il piano – ha aggiunto la Nanni – ripropone scelte vecchie che, invece di incentivare i lombardi all'uso dei mezzi pubblici, promuovono l'uso del mezzo privato, incrementando ulteriormente traffico e inquinamento”.
Idee e pianificazione sulle grandi infrastrutture da ripensare anche per Jacopo Scandella ed Enrico Brambilla del Partito Democratico e per Roberto Bruni del Patto Civico, secondo i quali “dopo la crisi Regione Lombardia dovrebbe ripensare i progetti messi a punto. In questo Piano invece non c’è cambio di rotta e si continua a tralasciare gli investimenti sul trasporto pubblico locale. La nostra visione – hanno sottolineato in particolare Scandella e Brambilla – è quella di spostare quante più persone al trasporto su ferro: Maroni pertanto cambi direzione, se continua sul suo modello le strade non basteranno mai, tanto più che le risorse disponibili sono insufficienti a fronte degli obiettivi indicati”.
“Sulla mancanza di adeguate risorse, i gruppi di minoranza e in particolare il Partito Democratico se la prendano con il Governo nazionale,responsabile di aver tagliato i fondi –ha affermato il capogruppo Lega Nord Massimiliano Romeo-. Ringrazino invece Maroni e Regione Lombardia, che hanno permesso alle Province lombarde, oggi tutte governate da esponenti del Partito Democratico, di continuare a garantire i servizi essenziali del trasporto pubblico locale ai cittadini".
Per Carlo Malvezzi e Mauro Piazza (Lombardia Popolare), invece, il “Programma guarda correttamente alle grandi infrastrutture. Oggi il 90% delle merci e delle persone viaggia ancora su gomma, dunque il loro sviluppo deve essere tenuto in conto, soprattutto quando queste opere vengono realizzate con la garanzia di fondi che non vanno a pesare sugli enti pubblici”. Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) ha ricordato come sulla mobilità si gioca il futuro della nostra Regione, perché “mobilità vuol dire sviluppo, turismo, sicurezza. Regione Lombardia deve saper lanciare e raccogliere la sfida del famoso libro bianco del 2011, dove si declinavano obiettivi per un sistema di trasporti competitivo efficiente”.
Il dibattito
L’approvazione del Programma regionale (relatore Fabio Altitonante di Forza Italia) ha impegnato l’Aula per cinque ore. Sono stati trattati anche 35 ordini del giorno proposti sia dalla maggioranza che dalla minoranza, la maggior parte dei quali approvati. Respinto l’ordine del giorno del PD con a tema il Patto per Milano.
Ampia la discussione generale, con numerosi interventi. Per Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia), sulla mobilità si gioca il futuro della nostra Regione, perché “mobilità vuol dire sviluppo, turismo, sicurezza… Regione Lombardia deve saper lanciare e raccogliere la sfida del famoso libro bianco del 2011, dove si declinavano obiettivi per un sistema di trasporti competitivo efficiente”. “In effetti è stato fatto un gran lavoro” durato tanti mesi e che ha tenuto conto di molti fattori: ”in certo modo, un lavoro ‘storico’”, ha affermato Donatella Martinazzoli per la Lega Nord. La Regione è protagonista da sempre nel settore della mobilità, come ha sottolineato Mauro Piazza di Lombardia Popolare. Piazza ha anche ricordato che negli ordini del giorno presentati dalla maggioranza sono stati toccati temi come il rapporto con Trenord, il ruolo della Regione rispetto ai soggetti aeroportuali e la mobilità sostenibile.
L’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte (FI) ha affermato: “Siamo orgogliosi di avere un’idea chiara di cosa significhi mobilità e di aver fatto una scelta. Noi siamo per il fare, riflettendo, ma fare: questa è una differenza ideologica forte. La Regione Lombardia è l’unica che ha aumentato negli ultimi tre anni il trasporto su ferro, nella misura del 20%, in controtendenza con le altre Regioni”. “L’insieme delle tre grandi opere autostradali – ha precisato Sorte- è costata alla Lombardia 60 milioni di euro. La settimana prossima ci sarà una delibera di 30 milioni di euro per il parco autobus. Sui temi delle infrastrutture e della mobilità siamo la prima Regione d’Italia.”
I gruppi di opposizione hanno votato contro il Programma, giudicandolo carente dal punto di vista della intermodalità e dell’attenzione all’ambiente. Non è un piano strategico con una visione del futuro di questa regione, per il capogruppo del PD, Enrico Brambilla, che ha sostenuto: “ Mentre la giunta Maroni progetta nuove autostrade per 315 chilometri, c'è il concretissimo rischio che gli studenti di alcune province rimangano senza trasporto pubblico: questi sono problemi reali che vanno affrontati subito”.
Jacopo Scandella (PD) ha aggiunto: “In questi anni sono cambiate le disponibilità degli enti locali per realizzare nuove opere ma anche l’attitudine della spesa dei cittadini. Questo piano, invece, guarda ancora al passato e investe in autostrade piuttosto che sul trasporto pubblico.” Per il PD sono intervenuti anche Mario Barboni, Laura Barzaghi, Marco Carra, Luca Gaffuri, Carlo Borghetti.
Per il Patto Civico la proposta della Giunta è datata e insufficiente, oltre che mancante di visione complessiva, come ha sostenuto il capogruppo Roberto Bruni. Silvia Fossati ha sottolineato che “bisogna incrementare mobilità su TPL e su ferro. Per ridurre l’utilizzo dell’auto noi proponiamo investimenti consistenti per lo sviluppo della metropolitana, anche prevedendo l’allungamento della M4 verso sud-ovest (Corsico e Buccinasco)”. Anche per Michele Busi l’inquinamento è un segnale di allarme e “serve una visione complessiva dei fenomeni che qui non troviamo”.
Contrari anche il Movimento 5 Stelle, che ha espresso forti critiche: “Il 95% degli investimenti è sulle grandi opere, devastanti e inutili. Solo il 5% sul trasporto pubblico locale, che sarebbe dovuto diventare, invece, il fiore all’occhiello della Lombardia” secondo Iolanda Nanni. “Il vostro concetto di sviluppo danneggia la salute dei cittadini” per Silvana Carcano. “Un piano non di lungo periodo e che non ha imparato dagli errori del passato” secondo la sintesi di Dario Violi. Dai banchi del Movimento sono intervenuti anche il capogruppo Gianmarco Corbetta, Andrea Fiasconaro, Stefano Buffagni.