La creazione di un Comitato etico regionale, l’introduzione di un “Bollino blu” per certificare l’attività dei Comitati etici e formazione obbligatoria dei medici sui temi del rapporto scienza-etica. E' quanto emerso nel corso del seminario “Bio-etica-politica: le questioni da decidere”, inserito nel ciclo di incontri promossi dall'Ufficio di Presidenza in collaborazione con Éupolis e dedicati ai Consiglieri regionali.
Introdotti dal Presidente del Consiglio, Raffaele Cattaneo, i lavori si sono sviluppati attraverso i contributi di Paolo Cattorini, professore ordinario di Medicina legale dell'Università dell'Insubria, di Bruno Maria Cesana, professore associato di Statistica medica dell'Università di Brescia e di Carlo Alberto Redi, ordinario di Zoologia all'Università di Pavia. A coordinare il seminario Alessandro Colombo, direttore scientifico di Éupolis.
“Questo seminario, tenendo ferme le competenze di Regione Lombardia, ha il merito di mettere sul tavolo il delicato, ma necessario rapporto tra l’etica, la scienza e la politica – ha detto il Presidente Cattaneo – Resto convinto che il punto fermo debba essere la centralità e la sacralità della persona e la ricerca del bene comune. A noi tutti serve un 'dialogo esigente', per usare una felice espressione contenuta nei documenti di questo seminario”.
Al seminario erano presenti la Vice Presidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi, i Consiglieri regionali Enrico Brambilla, Fabio Pizzul, Carlo Borghetti, Gian Antonio Girelli e Mario Barboni (PD), Carlo Malvezzi (NCD), Paola Macchi (M5S), Silvia Fossati (Patto Civico).
Tra le proposte, quella di introdurre una prassi già adottata a livello internazionale: l’attribuzione di un bollino blu alle strutture dove il Comitato etico formula pareri, effettua il monitoraggio della sostenibilità etico e scientifica dei protocolli di sperimentazione clinica ed organizzativa, e formula pareri etico su problematiche.
La Vice Presidente Valmaggi ha sottolineato in particolar modo l'importanza del principio del "consenso informato" che presuppone la formazione dei medici. "Bisogna valorizzare – ha detto la Vice Presidente – tra i professionisti un percorso di accompagnamento che porti il paziente a scegliere, conoscendo tutte le informazioni disponibili sulla propria salute e la propria malattia e avendo la possibilità di scegliere, in modo informato, se sottoporsi a una determinata terapia o esame diagnostico”.
Parlando di "democrazia della conoscenza", i relatori hanno insistito sulla necessità di superare concretamente l’atteggiamento dogmatico e paternalistico del medico nei confronti del paziente per arrivare a una effettiva consapevolezza delle procedure.
Per Paolo Cattorini bisogna educare i medici a fornire argomentazioni bioetiche convincenti affinché le decisioni cliniche possano essere prese dialogando con il malato, i familiari, i medici curanti.
In Italia, ha concluso Bruno Cesana, i Comitati etici (organismi che hanno il compito di fornire pubblica garanzia della tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti che partecipano ad una sperimentazione clinica attraverso l'espressione di pareri scientifici e di “etica” prima dell'avvio di qualsiasi studio che coinvolga l'essere umano) nel 1987, anno della loro istituzione, erano circa 310. Si sono successivamente ridotti a 271 ed oggi sono 91, 61 dei quali in Lombardia (l'Italia è prima in Europa in questa speciale classifica). “La creazione di un unico Comitato etico nazionale è impensabile – ha detto – ma è auspicabile proseguire nella strada di un'ulteriore riduzione. In questa prospettiva è positiva la creazione a livello regionale di un unico Comitato etico dove le competenze siano diversificate. In questo la Regione può giocare un ruolo importante sia limitare le spinte espansionistiche a livello nazionale sia per creare una rete di istruzione e aggiornamento dei Comitati stessi".