Politiche abitative e condizioni di accesso ai servizi abitativi pubblici per il personale sanitario e sociosanitario
Applicare al personale sanitario e sociosanitario che lavora in Lombardia misure di accesso alla casa “agevolate”. È quello che chiede la mozione presentata dai Consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Marco Bestetti e Christian Garavaglia approvata dall’Aula a maggioranza.
Il testo della mozione propone di estendere al personale sanitario e sociosanitario le particolari condizioni di accesso ai servizi abitativi pubblici già previsti per i dipendenti delle forze di Polizia e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dalla normativa regionale (art. 22, comma 4bis, Legge regionale 16/2016 e art. 7bis Regolamento Regionale 4/2017).
“Con questo testo affrontiamo due emergenze sociali che presentano punti di contatto: il caro affitti e la difficoltà di reperire personale sanitario e sociosanitario – ha spiegato il Consigliere Marco Bestetti – In molte aree della nostra regione acquistare o affittare una casa per molti cittadini è difficile. Questa condizione si combina alle difficoltà del sistema sanitario regionale di reperire nuovo personale. Per questo è necessario continuare a promuovere politiche abitative che possano favorire la permanenza in Lombardia del personale sanitario e sociosanitario. Una strada è la modifica normativa che possa consentire di estendere anche a questa categoria di lavoratori le misure già previste per il personale delle forze dell’ordine e dei Vigili del Fuoco. È un cammino ancora lungo, ma questo può essere un punto di partenza”.
Nel corso del dibattito la Carmela Rozza (PD) ha annunciato l’astensione del suo gruppo sostenendo che la mozione “non è una soluzione, ma solo un rattoppo. La sfida è un grande piano di housing sociale e edilizia pubblica. Se pensiamo di dare una casa popolare agli oltre 500mila dipendenti del comparto sanitario con una modifica normativa prendiamo in giro i professionisti della sanità. Poiché noi non vogliamo raccontare favole ai cittadini, abbiamo deciso di astenerci”.
L’Assessore alla Casa e Housing sociale Paolo Franco ha sottolineato che Regione Lombardia ha iniziato un percorso per modificare l’impianto normativo per garantire una via di massima priorità ad alcune categorie socialmente “strategiche”, come quella del personale sanitario e sociosanitario, che non preveda il possesso di alcuni criteri come la residenza in Lombardia, un valore Isee determinato o la proprietà di una casa. In attesa di modificare il quadro normativo – ha ricordato l’Assessore – “Regione Lombardia ha attivato diversi progetti sperimentali che hanno consentito, attraverso una collaborazione tra le ASST e Aler, l’assegnazione di case del patrimonio pubblico al personale sanitario e sociosanitario”.
Superbonus e sostegno al settore edile per lo sviluppo economico
Far ripartire al più presto la cessione dei crediti maturati da privati, imprese e tecnici nel 2021, 2022 e 2023, anche intervenendo tramite le partecipazioni statali come Poste Italiane e la Cassa Depositi e Prestiti. Lo chiede il primo punto della mozione sul Superbonus presentata dai Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Nicola Di Marco, Paola Pizzighini e Paola Pollini e approvato dal Consiglio regionale.
“È opportuno dare la possibilità ai cittadini di proseguire un percorso già iniziato perché interromperlo significa creare una disparità – ha spiegato Nicola Di Marco -. Il Superbonus ha avuto un effetto moltiplicatore: per ogni euro investito se ne sono ricavati 3 per la ripresa. Dobbiamo proseguire su questa strada per scongiurare una devastante crisi economica del settore”.
Sono state respinte le altre quattro richieste contenute nella mozione: l’istituzione di un tavolo di confronto regionale tra istituzioni finanziarie e società pubbliche partecipate o controllate da Regione Lombardia per individuare le modalità di acquisto dei crediti pregressi già nei cassetti fiscali; l’istituzione di un tavolo di confronto tra imprese pubbliche e private, associazioni di categoria, comitati e stakeholders per monitorare i problemi relativi all’evoluzione del quadro normativo del Superbonus; il sostegno alle richieste delle associazioni di categoria e degli operatori del settore per riattivare il meccanismo di cessione dei crediti; la tutela di tutti i benefici che riguardano il comparto edilizio e l’indotto, i lavoratori del settore e i privati.
Nel corso del dibattito sono intervenuti i Consiglieri regionali Ivan Rota (Lombardia Migliore), Angelo Orsenigo (PD), Giuseppe Licata (Azione – Italia Viva), Martina Sassoli (Lombardia Migliore), Christian Garavaglia (Fratelli d’Italia), Davide Caparini (Lega) e l’Assessore alla Casa e Housing sociale Paolo Franco.
Trasporti ferroviari e “carrozze rosa”
L’argomento della sicurezza sui treni sarà trattato in Commissione consiliare sulla base della mozione illustrata oggi in Aula dal consigliere Giulio Gallera (Forza Italia), che intende proporre la creazione di Carrozze Rosa riservate alle donne nelle ore serali su tutti i treni regionali. “L’individuazione in testa al treno di carrozze presidiate e riservate alle donne e ai viaggiatori più fragili -ha detto Gallera– può essere una buona soluzione per garantirne l’incolumità, considerato che proprio nelle ore serali, quando diminuisce l’afflusso dei pendolari, aumenta il rischio che sui vagoni si verifichino situazione spiacevoli o aggressioni, come in effetti è già accaduto nei mesi scorsi”. La mozione impegna il Presidente e l’Assessore ai Trasporti a interloquire con le Autorità di Pubblica sicurezza affinchè sulle Carrozze Rosa possa esserci anche un presidio delle Forze dell’Ordine.
Al termine del confronto in Aula e dopo alcune riunioni politiche, avvenute nella pausa dei lavori, il Consiglio regionale ha approvato il rinvio in Commissione. “Ritengo il problema della sicurezza sui treni assolutamente importante e che presuppone risposte urgenti -ha detto l’Assessore ai Trasporti Franco Lucente– e pertanto chiedo il rinvio in Commissione per poter approfondire la tematica sotto tutti gli aspetti e quindi individuare un ‘pacchetto’ di misure più ampio e riguardante tutto il sistema del trasporto pubblico locale”.
Da parte dei Consiglieri sia di maggioranza che di minoranza è stata sottolineata la necessità che i tempi dei lavori in Commissione siano “rapidi e caratterizzati da concretezza e pragmatismo”. Sul punto sono intervenuti Nicola Di Marco (M5S), Pierfrancesco Majorino (PD), Martina Sassoli (Lombardia Migliore), Jonathan Lobati (FI) e Manfredi Palmieri (Lombardia Migliore). “Sono assolutamente soddisfatto -ha commentato Gallera- dell’ampia condivisione che l’Aula ha espresso, tant’è che diverse forze politiche anche di minoranza hanno annunciato di voler fornire un loro contributo nella definizione di una strategia complessiva sull’argomento”.
Sempre in tema di trasporti pubblici, è stata respinta a maggioranza la mozione proposta dal gruppo del PD (illustrata da Alfredo Negri) che intendeva impegnare la Regione a stipulare un contratto di servizio pubblico con affidamento diretto a Trenord per un periodo di 5 anni (2023-2028) e quindi non più per dieci anni, come invece già stabilito dalla Giunta regionale. La mozione considerava i cinque anni un periodo necessario a Regione per avviare una procedura rispettosa del principio di concorrenza “garantito e richiamato dal diritto dell’Unione europea”, per assicurarsi della tutela dei lavoratori anche attraverso modifiche di legge e per intervenire sul miglioramento della qualità del servizio di pulizia dei treni.
Respinto anche l’emendamento alla stessa mozione presentato da Massimo Vizzardi (Azione – Italia Viva) che intendeva sottolineare alcuni aspetti legati al servizio ferroviario regionale e ridurre l’affidamento a Trenord eventualmente anche fino a tre anni e comunque per il tempo necessario per l’effettuazione di un percorso finalizzato a garantire il rispetto del principio della concorrenza secondo le normative europee.
Al termine del dibattito è intervenuto l’Assessore ai Trasporti Franco Lucente per ricordare che la larga maggioranza delle Regioni ha sottoscritto con Trenitalia contratti in affidamento diretto superiori a dieci anni, mentre solo in minima parte sono state effettuate gare dove tra l’altro l’unico concorrente è stato Trenitalia. Lucente ha aggiunto che comunque è previsto che allo scadere del quinto anno il contratto con Trenord venga sottoposto a verifica per valutarne l’effettivo rispetto di ogni singola parte.
Presenza istituzionale al Milano Pride 2023
Dopo ampio dibattito il Consiglio regionale dice no all’invio di una rappresentanza ufficiale al Gay Pride in programma il prossimo 24 giugno.
I gruppi di minoranza, ad eccezione della Lista Lombardia Migliore – Moratti Presidente, avevano presentato una mozione che impegnava il Presidente della Giunta a garantire come l’anno scorso la presenza istituzionale di un delegato con fascia della Regione Lombardia alla manifestazione conclusiva del Gay Pride 2023 in programma a Milano. Nel testo della mozione si richiamava la decisione di non concedere il patrocinio alla Pride Week presa dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale lo scorso 9 maggio ritenendo che una presenza istituzionale di Regione Lombardia fosse comunque “doverosa nel rispetto delle centinaia di migliaia di cittadini lombardi che parteciperanno alla manifestazione”.
“Ricordo – ha sostenuto presentando la mozione il primo firmatario Luca Paladini (Patto Civico) – che lo statuto di Regione Lombardia proclama solennemente di sostenere la dignità della persona umana e promuovere la pari dignità di tutti i cittadini. Diamo dunque seguito a questi validissimi principi applicando concretamente l’inclusione non solo a parole. La presenza di un delegato regionale alla manifestazione chiaramente identificabile grazie alla fascia istituzionale sarebbe un segno tangibile della nostra vicinanza alle persone con diverso orientamento sessuale.”
Nel dibattito sono intervenuti numerosi Consiglieri sia della maggioranza che delle minoranze.
Paola Bocci (PD) ha chiesto che venga anche illuminato Palazzo Pirelli per sottolineare l’evento come avvenuto in molte altre circostanze anche recenti. Paola Pizzighini (M5S) ha preannunciato una battaglia per l’approvazione del progetto di legge anti-discriminazioni di genere presentato dal Movimento 5 Stelle già nella scorsa legislatura. Christian Garavaglia (FdI) ha confermato il totale sostegno del suo gruppo e di tutta la maggioranza alla battaglia delle persone con diverso orientamento sessuale per un pieno inserimento nella società e contro ogni atteggiamento discriminatorio ma ha sostenuto che la sede del pride non è quella più adeguata per un tema tanto serio e importante. “Nei pride – ha sostenuto il capogruppo Garavaglia – si offendono sistematicamente le convinzioni etiche e religiose di tantissimi cittadini lombardi e nei documenti a sostegno della manifestazione si appoggiano pratiche apertamente illegali come la gestazione per altri o utero in affitto. Per questi motivi non possiamo votare a favore della mozione”. Anche il Consigliere Jacopo Dozio (Lombardia Ideale) si è soffermato sulla pratica della GPA, definita come disumana oltre che illegale. Onorio Rosati (Alleanza Verdi e Sinistra), annunziando il voto favorevole alla mozione, ha definito “incredibile il fatto che nel 2023 venga ancora negato il patrocinio a una manifestazione civile, democratica e popolare come il Gay Pride. Ciò è segno – ha proseguito Rosati – della profonda contraddizione tra le dichiarazioni di inclusività di questa maggioranza e i suoi comportamenti pratici”. “L’impegno di questa maggioranza – ha sostenuto Silvia Scurati (Lega) – per l’inclusione e contro ogni discriminazione di genere e in base all’orientamento sessuale è fuori discussione ma non possiamo coinvolgere i simboli istituzionali della nostra Regione in un contesto dove non è garantita la necessaria serietà e dove il rischio di strumentalizzazioni politiche è altissimo”. Sulla storia del pride si è soffermata Lisa Noja (Azione – Italia Viva). “Si tratta – ha detto Noja – di una manifestazione democratica e variegata che ha consentito il progresso dei diritti civili per tutti, non solo per la comunità gay”. Sergio Gaddi (FI) ha puntato invece l’attenzione “sull’ossessione dei diritti che è sottesa al movimento LGBT” e sulla necessità di rispettare tutte le culture presenti nel Paese compresa quella cristiana. Martina Sassoli (Lombardia Migliore) ha sottolineato le contraddizioni del testo proposto dal Consigliere Paladini: “Questa mozione nasce con l’intento di dividere e non di unire, e mi sembra che in quest’Aula qualcuno sia caduto in questo tranello. Per questo il mio voto sarà contrario”.
Al termine del dibattito l’Assessore alla Famiglia Elena Lucchini ha puntualizzato che l’obiettivo delle strutture regionali è quello di sostenere le famiglie e i più fragili nel rispetto delle scelte individuali di tutti e delle diverse opinioni, purchè espresse con rispetto. “Per quanto concerne il contenuto della mozione – ha dichiarato l’Assessore Lucchini – la Giunta si rimette al voto dell’aula”. In sede di dichiarazioni di voto sono poi intervenuti i Consiglieri Di Marco (M5S), Cosentino (Lombardia Ideale), Gallera (FI), Corbetta (Lega), Bocci (PD) e Garavaglia (FdI).
Il documento è stato bocciato dall’Aula con 43 voti contrari e 23 favorevoli.
In conclusione di seduta respinta la mozione urgente presentata dal Partito Democratico (prima firmataria Paola Bocci) che chiedeva alla Giunta regionale di rivedere la procedura di presentazione delle domande legate all’iniziativa “Restiamo Insieme”, esprimendo contrarietà alla procedura che prevede la presentazione a sportello (click day): l’iniziativa mira a finanziare progetti finalizzati ad accrescere le opportunità di promozione della socialità e del benessere fisico di bambini e ragazzi.
Sono state invece rinviate alla prossima seduta del 13 giugno le mozioni sul “caro affitti” presentata dal Partito Democratico e sulla proposta di direttiva europea inerente la qualità dell’aria presentata dalla Lega.