Consiglio approva a larga maggioranza Risoluzione contro l’emergenza idrica

Un nutrito pacchetto di proposte per gestire la scarsità di risorse idriche in Lombardia sia sul fronte della razionalizzazione dei consumi sia su quello dell’aumento della disponibilità di acqua nei periodi siccitosi, con particolare attenzione alla lotta agli sprechi, alla diffusione di consumi sostenibili dell’acqua e alla realizzazione di nuovi invasi. Questo è il contenuto della Risoluzione approvata oggi dal Consiglio regionale ed elaborata dalla Commissione Agricoltura su proposta dai Consiglieri Paolo Franco (FdI), Matteo Piloni (PD) e Elisabetta Strada (Azione – Italia Viva – Lombardia Civica 3.0). 

La Lombardia resta una regione ricca di acqua ma le disponibilità sono destinate a diminuire inesorabilmente a causa dei repentini cambiamenti climatici –ha dichiarato il relatore Paolo Franco (FdI) illustrando la Risoluzione in Aula-. La capacità di accumulo massimo è attualmente di 2,5 miliardi di metri cubi, un dato che riteniamo possa crescere in modo significativo utilizzando le cave esauste come invasi per le acque pluviali e aumentando la capienza dei bacini di alta montagna con campagne di dragaggio. Quella approvata oggi è una Risoluzione che va nella direzione della prevenzione e che chiede alla Giunta di valutare la costituzione di un apposito ambito regionale allo scopo di monitorare, indirizzare, coordinare e armonizzare le attività svolte dagli uffici d’ambito provinciali”.

Sono molto soddisfatta per l’approvazione della Risoluzione di cui sono correlatrice” -ha aggiunto Elisabetta Strada-. “Dobbiamo uscire dalla logica dell’emergenza e poter affrontare la crisi idrica in agricoltura in una logica di prevenzione e adattamento: gli impegni assunti con questo documento vanno proprio in questa direzione. Tra le proposte che ho promosso e che sono state recepite nel testo approvato mi preme evidenziare: l’istituzione di un tavolo tecnico di esperti che lavori ad un programma di opere e misure almeno decennale; strumenti straordinari soggetti ad incentivazione per la ricarica della falda, da mettere in campo a partire dalla stagione invernale in corso per evitare ripercussioni sulla prossima stagione irrigua; una crescente collaborazione con le università lombarde per implementare analisi e migliorare le previsioni; l’approfondimento e lo studio di best practice promosse anche a livello internazionale da poter applicare anche sul nostro territorio. Occorre stanziare le risorse a bilancio per stimolare gli investimenti e le sperimentazioni che si potranno avviare. Si possono rivedere i bacini e gli invasi per l’accumulo della risorsa, ma occorre iniziare a lavorarci subito, non abbiamo tempo da perdere”.

La necessità di interventi efficaci sul ciclo delle acque – ha sottolineato il Presidente della Commissione Agricoltura Ruggero Invernizzi (FI) – era emersa con drammatica evidenza nella scorsa primavera-estate quando a seguito di una scarsità di precipitazioni che si protrae dallo scorso anno e che ha registrato secondo ARPA Lombardia un calo del 59% rispetto alla media degli anni 2006-2020, una parte importante delle colture in Lombardia è andata perduta con un danno che CIA calcola su base nazionale in almeno 2 miliardi di euro pari a circa il 6% del prodotto interno lordo del comparto. La Risoluzione è anche il frutto di un ciclo di audizioni con i consorzi idrici, le associazioni dei produttori agricoli e gli altri stakeholders per individuare le migliori soluzioni anche con interventi immediati già in previsione della prossima stagione di semina”.

Il documento individua altri due settori di intervento strategici: la riduzione dei consumi sia per uso agricolo che domestico grazie alla diffusione di nuove tecnologie di irrigazione e alla realizzazione di massicce campagne di informazione e sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza e la riduzione degli sprechi (la cosiddetta “dispersione idrica”) attraverso l’ammodernamento delle reti distributive dei consorzi e degli acquedotti comunali anche grazie all’apporto dei fondi PNRR.

Un contributo importante alla riduzione delle necessità di acqua per uso agricolo verrà dalla diffusione dell’utilizzo di acque reflue depurate attualmente stimabile tra il 15% e il 20% delle risorse idriche utilizzate (a fronte di una media nazionale del 4%) ma che può essere ulteriormente ottimizzato ed esteso tramite studi di fattibilità da condurre in collaborazione con i gestori del Servizio Idrico Integrato (SII) e i consorzi di bonifica e irrigazione.